Roma. All’apertura della Porta Santa c’erano il diacono Riccardo Camelin e don Daniele Trentin di Scorzè. Un po’ di Scorzè all’apertura di Giubileo dell’altro ieri in Vaticano. Ma senza dubbio una presenza significativa: a fianco di papa Francesco c’era il diacono Riccardo Camelin, tra i concelebranti il cappellano della stessa chiesa, don Daniele Trentin, in piazza San Pietro c’erano 140 fedeli dell’Azione Cattolica, partiti domenica per quello che doveva essere un pellegrinaggio e si è trasformato in qualcosa da ricordare per il resto della vita. Un’emozione unica, davvero, essere presenti così da vicino all’avvio dell’Anno Santo straordinario dedicato alla Misericordia.
Camelin è divenuto diacono lo scorso 2 maggio nella chiesa di Camposampiero dopo la cerimonia con il vescovo di Treviso, monsignor Gianfranco Agostino Gardin. Di Caerano San Marco, presta servizio a Scorzè. L’altro ieri era a pochi passi da Francesco, prestando servizio assieme ad un altro diacono italiano e altri quattro di diverse nazionalità. «Un’esperienza forte e intensa» si limita a dire con umiltà.
L’idea della trasferta romana è nata 14 mesi fa, mentre Riccardo Camelin ha saputo di essere stato scelto per essere a fianco del Santo Padre dopo metà novembre «Per noi dell’Azione Cattolica» spiega il referente di Scorzè Lorenzo Favaro «l’Immacolata è un giorno speciale perché è la Festa dell’Adorazione. Di solito ogni Azione Cattolica organizza qualcosa in parrocchia ma più di un anno fa i giovani avevano proposto di andare proprio a Roma. Non si sapeva ancora dell’Anno Santo, poi annunciato a marzo». Per finanziarsi la trasferta di tre giorni hanno venduto dolci e altri prodotti. Domenica scorsa partenza alle 6 con tre autobus: a bordo c’erano neonati e anziani fino a 80 anni. «Ci siamo fermati a Viterbo» racconta Favaro «nel Medioevo l’ultima grande città prima di Roma per quei pellegrini che percorrevano la via Francigena. Lunedì abbiamo visitato i luoghi simbolo della capitale, sono stati letti dei brani del Santo Padre e martedì sveglia all’alba, alle 4, per essere in piazza San Pietro alle 5.40». Da lì tutta l’emozione dell’apertura dell’Anno Santo, l’abbraccio tra i due papi, Francesco e Benedetto XVI e il rientro a casa, dove il gruppo è giunto attorno alle 20.30.
«Sto ricevendo messaggi continui» continua Favaro «ed abbiamo vissuto delle emozioni uniche e forti. Siamo riusciti anche ad esporre uno striscione con scritto “SPQR, Scorzè presente qui a Roma”. Tra noi si è instaurato un bel rapporto e questa è la forza dell’Azione Cattolica; attorno ho visto persone che piangevano dalla gioia, è stato bello vedere Francesco aprire la Porta Santa. Ci ha chiesto di essere coraggiosi, il dono della misericordia ci arriva già dal Signore».
(Francesco Mulè)
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