giovedì 27 febbraio 2020

In ricordo di Bettino Craxi - Francesco Mulè

In ricordo di Bettino Craxi

Si son tenute, nelle scorse settimane, le commemorazioni per il 20° anniversario della scomparsa di Bettino Craxi.
Voglio anch'io scrivere qualcosa in suo ricordo per quanto NON sia mai stato "craxiano", né abbia mai mostrato particolare simpatia per lui. Ma dopo tanti anni è doveroso, a onor del vero, analizzare il personaggio per ciò che fu e NON per come i suoi  amici e i suoi avversari vorrebbero che fosse stato.
Il giovane Bettino cresce nella Milano della metà degli anni '50 ed è presto dirigente della F.G.S.I. (Federazione Giovanile Socialista Italiana ) e poco dopo diventa uno dei quadri principali del P.S.I. milanese-
Si considera allievo del grande leader socialista storico Pietro Nenni, e quindi lo si può di certo definire un socialista di sinistra (a quei tempi nessuno metteva in discussione l'alleanza e i rapporti di amicizia che legavano Nenni con il leader del P.C.I. Palmiro Togliatti).
Molti anni dopo, al congresso P.S.I. di Torino (1976, mi sembra ), Craxi pensa che il P.S.I. debba diventare autonomo sia rispetto alla D.C. sia rispetto al P.C.I. -
Mentre radicali e persino alcuni di Lotta Continua lo applaudono per tale svolta, base e vertice del P.C.I. (tranne qualche eccezione) gridano al  “tradimento", fino ad arrivare all'inevitabile accusa di "fascismo" e a indentificarlo come un "nuovo Mussolini" -
In realtà la svolta di Craxi, più che "anticomunista" la si potrebbe definire  A-comunista-
Una volta diventato statista, infatti Bettino mantenne ottimi rapporti con paesi "nazionalcomunisti" quali la Yuguslavia e la Romania (tanto che i giornali della sinistra ufficiale arrivarono a definire il P.S.I. il "partito rumeno", maligno accostamento di Craxi a Nicoleu Ceausescu). Fece un viaggio di visita nella Repubblica Democratica Tedesca (dove nella S.E.D. al governo vi era anche la componente ex- socialdemocratica ) e più tardi nella Cina Popolare, con la quale ebbe sempre ottimi rapporti. Forse, come altri (es. De Gaulle) sognava un'Europa indipendente dalle due superpotenze.
Nel suo bagaglio Bettino Craxi, accanto al giovane Karl Marx idealista, mise anche J. P. Proudhon (le cui teorie autogestionarie e socializzatrici erano in parte applicate anche nella Yuguslavia titoista, e molto diverse dal Capitalismo di Stato moscovita) e i nostri Giuseppe Mazzini e sopratutto Giuseppe Garibaldi. Bettino prese anche, attraverso suo fratello Bobo, in considerazione le filosofie orientali.
Bettino Craxi appoggiò sempre la causa palestinese ed ebbe una solida amicizia con Yosit Arafat (che in un memorabile discorso alla Camera paragonò a Mazzini, ricevendo, una volta tanto, un pressoché unanime applauso da parte di tutta la Sinistra, Democrazia Proletaria compresa) ed ebbe sempre ottimi rapporti con l' O.L.P. e con le altre organizzazioni di liberazione del paese medioorientale .
Nel 1985 , a Sigonella volle dimostrare agli Americani che l'Italia non avrebbe dovuto diventare una repubblica delle banane centro- americana più di quanto già non fosse e mostrò all'Impero U.$.A. di NON essere servile e lecchino verso Washington come i governanti precedenti.
Naturalmente la cosa irritò la Casa Bianca e gradualmente si giunse al “golpe” giudiziario di Antonio Di Pietro  (manovrato dagli U.S.A.), che portarono alla c.d. "Tangentopoli" (NON erano più i tempi di fare precipitare aerei, come nel 1962 era accaduto con Enrico Mattei e gli americani preferirono agire per via "legale") .
Incredibilmente la Sinistra ufficiale applaudì all'avvenimento (era il periodo in cui Achille Leone Occhetto pranzava con i potenti della terra a bordo dello yatch "Brittania"). 
Le "manifestazioni" di piazza che seguirono dimostrarono ancora una volta come il "popolo" italiota si comporti come certe tribù africane, che quando qualcosa va male scarica sullo stregone di turno tutte le colpe possibili e immaginabili, come ben scrisse nel 1997 sulla rivista romana "Indipendenza" il filosofo neo-marxista piemontese Costanzo Preve (1943/2013), arrivando in certi casi a infierire persino sui cadaveri (e d'altra parte sono più di 2000 anni che ciò accadde in questa terra (a partire dall'arrotolamento in una botte irta di chiodi, di Attilio Regolo) distante a soli 300 miglia dall'Africa), compresi quelli che fino a una settimana prima applaudivano (qualcosa di simile accadrà anche in Libia anni dopo con il povero Mohamed Gheddafi).
Per fortuna nella sinistra NON tutti si unirono al chiassoso coro. La stessa Rossana Rossanda sul "Manifesto" criticò aspramente il comportamento della mandria italica. Docenti "marxisti- leninisti" come Claudio Moffa diedero atto a Craxi del fatto di Sigonella e quando Bettino morì, sulla stessa "“Liberazione " (quotidiano di Rifondazione Comunista), apparvero lettere ricordando lo stesso atto antiimperialista dello statista scomparso. 

Certo su alcune cose non mi trovo d' accordo (ad esempio l'abolizione della Scala Mobile o il rinnovamento del Concordato, che continua in un modo o nell'altro a mantenere il potere della casta sacerdotale in Italia), ma per amor di verità desideravo anche mettere in rilievo gli aspetti positivi dell' esperienza craxiana -

Sul fatto che poi "Bettino Craxi  abbia rubato", egli non rubò né più, né meno dei suoi predecessori e dei suoi successori (ma qual è il politico italiano che non ruba??? ) - Chi si vanta tanto delle mani pulite dovrebbe ricordarsi anche del Monte dei Paschi di Siena, dello scandalo delle Cooperative emiliane negli anni '90 e dei vari "superpartiti " e "supersindacati" sparsi un pò in tutta la Penisola...

(Francesco Mulè)


 

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