di Francesco Mulè
“Lettere da lontano – Parole e Musica del distacco” -dicono Lorenzo Costa e Federica Ruggero- è uno spettacolo del Teatro Garage che nasce in collaborazione con Il Secolo XIX e con il sostegno di Regione Liguria. Volevamo, come Teatro Garage, portare sul palcoscenico il tema dell’immigrazione, già argomento di mostre anche recenti e spunti per spettacoli teatrali, e così abbiamo pensato di rivolgerci al pubblico ligure, ma anche a quello nazionale, tramite il nostro sito, e ai lettori de Il Secolo XIX facendoli diventare in qualche modo protagonisti della rappresentazione”.
“Li abbiamo invitati -proseguono- a inviarci un momento importante della loro vita, un ricordo legato alla loro esperienza personale di immigrato. Ne è nata un’adesione forte e sentita con testimonianze da tutta Italia: una sessantina e oltre ( 64 per essere precisi) tra testimonianze e lettere; tra queste ne sono state scelte una decina che sono state le prime ad essere messe in scena il 21, 22, e il 23 novembre alla Sala Diana del teatro Garage:la storia di un insegnante campano, di un siciliano, di un calabrese, di due genovesi, di una spagnola, docente di spagnolo all’Università di Genova, di una sudamericana clandestina. Le abbiamo ritenute più significative perché parlano di immigrati partiti da terre e regioni che hanno versato il più numeroso tributo in termini di immigrazione come il Veneto, la Sicilia, la Campania, la Calabria e ovviamente la Liguria, regioni storiche dell’emigrazione. Ma anche la storia di una emigrata clandestina dei nostri tempi perché extracomunitaria è la testimonianza di un'emigrazione ancora attuale.
Abbiamo voluto rappresentare anche i racconti più curiosi , divertenti o toccanti:
divertente come il ragazzino genovese di quattordici anni di fine 800 che scappa in America per le cinghiate del padre, toccanti come due amiche che si ritrovano dopo trent’anni nel paese di arrivo quando, partite giovani, si ritrovano con qualche anno in più tanto che una non riconosce pìù l’altra ricordandola bella e giovane; il ragazzo siciliano che arrivando a Genova, viene emarginato e rifiutato dalle ragazze genovesi ed è costretto a ricorrere all’amore a pagamento, ma la prostituta non è altro che la sua balia. E poi ancora altre testimonianze, altri spaccati di vita diversi però legati tutti da comuni sentimenti come la speranza in una vita migliore, la paura della novità, l’attaccamento alle proprie radici”.
“Anche gli oggetti prestati o momentaneamente “regalati” come vecchie valigie e un macinino antico da caffè -concludono i due attori del Teatro Garage- contribuiranno alla scenografia dello spettacolo e in qualche modo “racconteranno” qualcosa.
Lo spettacolo è strutturato in diversi momenti: la prima parte s’incentra sull’immigrazione storica di fine ‘800 con un’attenzione particolare a quella ligure e la seconda sulle testimonianze vissute; è uno spettacolo che si basa su un nucleo fisso, ma dalla struttura aperta che varia a seconda delle testimonianze che verranno portate sulla scena da Federica Ruggero e Lorenzo Costa tra musica, immagini e foto d’epoca.
Francesco Mulè
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