domenica 28 luglio 2013

UNA NOTA DI CRITICA A MARIA DI BLASIO

UNA NOTA DI CRITICA A MARIA DI BLASIO

Insegnante in pensione dal 2003, impegnata nel sociale, coltiva molti hobbies, tra i quali quello della poesia e della scrittura in genere alle quali dedica buona parte del suo tempo. Passione, vocazione e amore che le hanno permesso di raggiungere lusinghieri traguardi con riconoscimenti e apprezzamenti in concorsi letterari nazionali e internazionali, nonché inserimenti di parecchie sue liriche in riviste culturali e antologie poetiche. Al suo attivo la pubblicazione di tre sillogi poetiche: “Le voci del cuore” 2007, “Emozioni” 2008, entrambe per i tipi delle Edizioni “La Luna”; terza raccolta “Fiori di... versi” (Zikkurat Edizioni & Lab 2010).
Maria Di Blasio nasce per scrivere e narrare le proprie sensazioni,le più vive emozioni, e la Sua passione / vocazione è e rimane la poesia perché, attraverso di essa, si esprime con tutta l'eleganza che Le è propria. La Sua non è lirica della disperazione, la Sua è lirica della malinconia; è inno alla vita, mai alla morte; è canto dello e per lo spirito, non sterile elegia. In tutti i Suoi canti si sente la pulsazione di un cuore. È la poesia del cuore, la Sua, mai la poesia della ragione. Nel Suo poetare si sente, da molto lontano, l'insistente voce del cuore, di quel cuore che parla, che scrive e racconta i suoi segreti contenuti. Nel Suo intimo travaglio di poeta c'è un poetare squisitamente suggestivo e reale, spontaneo e ricamato di naturalezza e, sicuramente, di tanta musicalità.
La disperante situazione dell'uomo di oggi viene dalla Nostra risolto con la riflessione, attraverso la poesia, come strumento di liberazione e attraverso la poesia “fertile”.
Ha sempre avuto con la scrittura un rapporto vitale e di forte carica emotiva, un rapporto che, in itinere, ha trovato la sua bellezza espressiva, a cominciare dalla prima raccolta “Le voci del cuore”, molto apprezzata dalla critica.
Le parole delle Sue liriche diventano linguaggio, pronunciato in situazioni vissute; l'operazione che Ella conduce, attraverso i Suoi versi, è, senza alcun dubbio, quella di dare voce alle singole parole del cuore che vanno a maturare nei vari avvenimenti umani, trasformandole in un linguaggio poetico spiritualmente intenzionale, costruito per significare affetti familiari e messaggi etici e sociali, desideri e speranze inespressi e reconditi.
È la frequente e insistente voce del cuore che permette alla Nostra di evocare le passate stagioni e, inoltre, di scrutare e suggerire i Suoi sentimenti, i Suoi sogni, il Suo vissuto quotidiano di gioie, vuoi nel campo familiare, vuoi nel sociale. Liriche diblasiane, intrise di amore, quindi, personali che vengono a rivelare sicuramente naturalezza, sincerità e luminosità di espressione.
Il Suo poetare è ricco di suggestioni affettive e scorre come acqua limpida di sorgente che mira a dissetare la continua e frequente ricerca dell'uomo contemporaneo di risposte ai molteplici temi dell'esistenza umana. I Suoi scorrevoli e intensi versi parlano quel linguaggio chiaro della verità libera da residui ideologici e cantano la melodia d'amore che il cuore Le detta e Le suggerisce, al fine di colmare quel vuoto e quelle carenze di vita quotidiana che facilmente la Nostra, poeta per eccellenza, riesce a superare magistralmente.
Lo stile e il ritmo delle liriche si rivelano sempre delicati, molto soavi e soffusi di pathos interiore da cui discende la quotidianità umana della Di Blasio, il Suo continuo bisogno di interrogare la vita, il mistero del bene e del male. I Suoi sono componimenti / diari in cui la parola si arricchisce di immagine, di musica, di metafore, di simboli; i Suoi sono versi ricchi di speranza e di certezza, di ricordi e di fantasie, di amore e di fede: elementi piuttosto frequenti nella poetica diblasiana.
Così gli occhi dell'amore sorridono, / il cuore si colma di gioia: / anch'io inizio la / mia giornata in pace, / in serenità e in nome di Dio” (Guardare con gli occhi dell'amore – da “Le voci del cuore”).
Piccolina, [], gli occhi vispi da birichina, / mi tendevi la mano. / A me ti aggrappavi perché ti proteggessi / lungo il sentiero della vita” (Ricordi – da “Le voci del cuore”).
La seconda raccolta di Maria Di Blasio “Emozioni” si apre con l'omonimo testo che ci partecipa questi bellissimi e incantevoli versi: “Il cuore sfarfalla, / la mente s'invola, / il pensiero si libra / leggero sull'ali / dell'etereo nulla. (…) Come incantata, / ascolto il mio cuore”.
E ancora, la voce del cuore con la Poeta della vita, della luce, dei sogni e delle speranze. Vate, la Di Blasio, che, nel tracciare pennellate policrome, ci fa sentire emozioni le più svariate, portandoci ad ammirare ed apprezzare, attraverso la scorrevolezza e la espressività del Suo linguaggio, le meraviglie dell'esistenza umana nella sua interminabile quotidianità.
Le tre di mattina, ancora notte fonda. / Visione fantastica sotto i miei occhi, / quasi un presepe. / Dai vetri della finestra, / osservo il panorama irreale / delle mille luci della città” (Le mille luci della città).
Mria Di Blasio si presenta ai Suoi lettori come la narratrice dell'interiorità, dello studio introspettivo dell'anima e, ovviamente, come la Poeta della ricerca dell'Io, attraverso l'analisi del proprio vissuto esistenziale. La Sua è una poesia ispirata, occasionale, non scritta per le circostanze, su ordinazione o a comando.
Emozioni” si rivela un'opera poetica coinvolgente e i versi sono una proposta di armonie con un messaggio incorporato; rappresenta un corpus ricco, vario, composito per la forza dei temi trattati dall'Autrice. I componimenti della presente silloge -come, del resto, in tutte le altre raccolte- sono racconti di vita, frammenti di una storia personale che ripercorrono l'esistenza dell'uomo con tutte le sue gioie, i suoi dolori, i grandi sogni, le sue improvvise e inaspettate delusioni.
Sono silenzi di meditazione dettati dalla voce dell'anima; sono preziose perle di elevato valore sentimentale, psicologico e, sicuramente, culturale. Sono brevi flash che sanno parlare con molta sincerità d'amore, di amicizia, di dolore, di gioie.
In questo Suo secondo travaglio, dopo i consensi della critica registrati da “Le voci del cuore”, tra le cui pagine leggiamo la narrazione della quotidianità esistenziale con tutti i suoi corollari, sereni e tempestosi, Maria Di Blasio raggiunge un raffinato grido di fascinazione lirica con uno stile di scrittura più immediata, più spontanea e sincera nei contenuti espressivi, dove l'animo riesce a fondersi con il pensiero creativo.
Emozioni” viene a rivelarsi un'opera letteraria, caratterizzata da un lavoro di esaltazione della parola singola sia nei suoi valori di sonorità e di ritmo, sia in quelli di intensità emotiva. La Nostra usa molto bene la lingua parlata, sommessa, la lingua di tutti i giorni e di tutti gli uomini. Per quanto riguarda la metrica, essa è affidata al ritmo intensamente sonoro delle singole parole. Poeta della parola che riesce a parlare con la ricchezza e la profondità della Sua psiche. Poesia dell'essenza, la Sua, quindi della parola / essenza.
La Di Blasio fa piazza pulita delle vecchie forme e della vecchia retorica, riscoprendo il verso / immagine, il verso / concetto nella sua esplicita essenzialità. La Sua poesia, prettamente autobiografica, è la (ri)costruzione e la (ri)conquista della Sua vita nei particolari dettagli spazio / temporali.
Altri 'fiori' di elevato contenuto letterario / culturale e, perché no?, di straordinario profumo spirituale vengono letti con vivo interesse nella terza silloge poetica “Fiori di... versi”. Una raccolta di liriche ricche di pensiero e di profonda interiorità in cui l'Autrice si immerge totalmente in un simbolico viaggio fino alla completa esplorazione del proprio animo, quando il monologo si trasforma in dialogo con una voce capace di sviluppare tutta una serie di ritratti tali da creare un perfetto connubio tra il personale e il sociale.
Come bottoni d'oro, / le primule hanno rubato / al sole il colore / per scaldare la terra / e dell'uomo il cuore” (Le primule); “... le violette del mio giardino / si sono affacciate / sulle foglie verdi a cuore...” (Le violette); e così tanti altri 'fiori' in tutte le liriche di quest'ultima opera letteraria, “Fiori di... versi”, risultante di più parti anche autonome, ma collegate fra loro per la comune tematica: colori, profumi, eleganza, delicatezza, fascino.
Opera letteraria che ha conosciuto vari apprezzamenti e riconoscimenti con brillanti recensioni in diversi periodici letterari. Poeta che, grazie alla forza neorealista della Sua poetica, viene richiesta a far parte di varie commissioni giudicatrici italiane ed estere.
Tanti altri 'fiori', dicevamo, quali le primule, l'orchidea, la mimosa, il glicine bianco e il glicine azzurro, la rosellina gialla, il cactus -“una vera meraviglia della natura”- sono oggetto di attenzione e di predilezione da parte della Di Blasio. Forte e delicata la titolazione della raccolta, come forti e delicati sono i versi che la compongono. 'Fiori' -”A Pierluigi”, “Ad Eluana”, “Madre”, “A Rosanna” e tantissimi altri, sono quei componimenti che vengono ad impreziosire il terzo libretto per le caratteristiche della suggestività musicale, della energia evocativa, della creatività fantastica, dell'intensità poetica e della ricchezza del pensiero.
Fiori di... versi” rappresenta quella viva testimonianza di “calore”, di “amore” e “veridicità”: elementi, questi, sostanzialmente presenti nella lirica diblasiana che, grazie alla forza magnetica della parola / immagine, ha trovato, anche in questi altri versi, il consenso della critica. Questi, tra gli elementi fondamentali che stanno a caratterizzare la poetica della Di Blasio: etica, umanità, sensibilità, spiritualità e amore, di cui sono intrisi i versi che riescono a parlare al cuore del lettore.
Sotto un cipresso / volesti dormire, / perché il canto degli uccelli / potessi ascoltare. […] Un giorno anch'io verrò / e continuerò ad accarezzare, / come allora, i mille sogni / della tua scanzonata gioventù,...” (A Pierluigi); “Quando sento lo slancio della tua voce argentina, / al telefono, fresca, affettuosa pronunciare: '… O nonna!' il cuore mi balza nel petto. […] Francesca, il pensiero corre spessissimo / a te e si acquieta sapendoti felice. / Anche per me esiste la felicità, / si è felici veramente / quando si gode della felicità altrui... / ...ed io godo della tua felicità” ( “... O nonna...” -a Francesca-); “... augurarti di raggiungere lunga vita / (e tutte le speranze pienamente realizzate)” (A Rosanna); “... Ti porteremo sempre nel nostro cuore / come luce splendente / che non oscurerà mai, / e la certezza che sei / il nostro Tesoro in cielo” (Ad Ileana). Tutte liriche, queste, insieme a tante altre, bagnate dalla 'pioggerellina' di un cuore che sa amare e sa parlare con la voce dell'umiltà, dell'umanità, della serenità e della pace interiore.
Mi permetta e mi consenta, l'Autrice, una considerazione mia personale. Il poeta, come il pittore, non può staccarsi dalla realtà per isolarsi in un mondo che fu soltanto del fantastico, dell'immaginario e dell'invenzione. La poesia non è un fatto assolutamente personale o circoscritto; essa deve riguardare e coinvolgere tutti. La socialità dell'arte, perché poesia è arte, è nei contenuti espressi, pur dolorosi o drammatici che siano. Tutto questo appartiene sicuramente alla Nostra, perché, per la nostra Poeta, la poesia, essendo arte, non è solo una finalità ma è anche un mezzo: quello che serve per leggere, per scoprire, capire e conoscere il mondo.
Maria Di Blasio è la poeta del nostro tempo, è un'anima che comunica magistralmente emozioni e sentimenti di immenso valore artistico. L'analisi delle tre sillogi diblasiane ci ha permesso di respirare e navigare una poesia così sincera, pura e autentica da obbligarci a trascendere il continuo imperversare del materialismo quotidiano che ci viene elargito insistentemente dalla moderna e tempestosa tecnologia.
Non possiamo concludere il nostro simbolico viaggio nel mondo dell'interiorità umana e poetica di Maria Di Blasio senza aver affermato, con viva risolutezza, che Ella viene a rivelarsi la narratrice della voce del cuore in tutte le sue molteplici forme e manifestazioni, in tutti i suoi palpiti; le sue tre raccolte di versi vengono a suggellare il grande valore della poesia, come la pura e vera poesia della vita.
Le voci del cuore”, “Emozioni”, “Fiori di... versi”, una trilogia che merita di essere letta e riletta con vivo interesse.
Maria Di Blasio, Poeta dell'uomo in perenne cammino e, sicuramente, esaltatrice di quel nobile sentimento che chiamiamo... AMORE.

Vallecrosia, 01 maggio (Festa del Lavoro) 2013 – ore 18,54

Prof. Francesco Mulè
(Poeta, critico letterario, promotore culturale, presidente del Circolo Culturale “Smile”, giornalista)

A MEA SITÀ - EMILIA RAMÒ con la PREFAZIONE DI FRANCESCO MULÈ

A MEA SITÀ
di
EMILIA RAMÒ

PREFAZIONE DI FRANCESCO MULÈ



Motivo fondamentale per cui oggi si decida di scrivere, credo sia da rintracciarsi nel forte desiderio di volerci, sicuramente, ritrovare, perché ci siamo “umanamente perduti”. E, per Emilia Ramò, la scrittura e, in particolare, la poesia sono quella terapia psico-fisica che la conduce alla salvezza.
Se scrivere è arte del pensiero, se scrivere è arte della comunicazione del nostro pensiero, se scrivere è la vera arte della gnoseologia, quest'arte, ne siamo assolutamente convinti, è propria di Emilia Ramò, perché essa le appartiene dal momento che Ella viene ad evocare e fotografare con occhio nitido e obiettivo quelle vicende, quei momenti e quei fatti quotidiani che il tempo aveva nascosto se non addirittura obliato. Oggi si presenta con una nuova fatica letteraria intitolata “A mea sità”, interessante testo poetico in cui si viene a leggere il grande amore per la città natale, Sanremo; “O mea sità” (O mia città), componimento che apre l'intera silloge di 16 liriche in vernacolo dal forte colorito locale e dall'espressione linguistica assolutamente musicale: “Ina perla ti sei int'u sutiru ercu de / terra [] ti sei a so' Regina []. E ancù, ancù... ancù. / Ti sei bèla, mea sità. Ti sei viva! / Ti sei int'u mei cö. (Una perla sei del sottile arco / di terra [] tu sei la sua Regina []. E ancora, ancora... ancora. / Tu sei bella, mia città. Sei viva! / Sei nel mio palpito).
Scrivere è anche leggere, leggersi nella propria psiche e scoprire quel Sé con occhi lindi e puliti; scrivere è (ri)vedersi, verificarsi, (ri)conoscersi, (ri)scoprirsi nella obiettività di una cultura libera da coercizioni e da condizionamenti sociali, istituzionali. E tutto questo viene rimarcato tra i meravigliosi versi delle sue liriche. È con occhio attento che la Nostra scava nella sua memoria, nel suo passato, nella sua storia. Un “Ulisse” che mai intende chiudere il suo viaggio intorno alla sua Anima, intorno a quel mondo che tanto vuol conoscere e conquistare. E viaggia. E naviga alla ricerca del Sé. E mai si ferma. Ricerca che si legge nella lirica dedicata a “L'urassiun du marinà aa Madona de-a Costa” (L'orazione del marinaio alla Madonna della Costa): “...da speransa au mei cö. / Riturnà cuu To' agiütu, / au mei ma', au mei sé / e pregà ancù ai Töi pei, / ringrassiaTe cun amù / pe' a famija abrassà” (...dai speranza al mio cuore, / ritornare col Tuo aiuto / al mio mare, al mio cielo / e pregare ai Tuoi piedi, / ringraziarTi con amore / per la famiglia riabbracciata).
Un frate francescano e musicista bolognese del '700, Giambattista Martini, aveva così asserito: “La poesia è una vera pittura che parla e, al contrario, la pittura una poesia che tace”. Una nostra considerazione, al riguardo, sarebbe che la poesia della Nostra è una sequenza di pennellate che stanno a parlare con i molteplici colori della propria quotidianità, con tutte le tinte possedute dall'arcobaleno interiore.
“La poesia veritas est, perché in essa e attraverso di essa si riesce a cogliere l'essenza della propria esistenza”, viene a dirci il grande Aristotele. Liriche, quelle della Ramò, dai toni e dagli effetti policromatici costanti che riescono a permeare le immagini e la libertà delle immagini. Insomma, poesia e poeta dell'immagine; liriche di profonda maturità di pensiero e di tanta sensibilità, come in questi delicati e incantevoli versi de “A Maduneta de a muntà du 'Brüüxau'“ (La Madonnina della salita del 'Bruciato').
Nu han ciü tempu de fermasse; / de segnasse, Maduneta, / salüate cun amù, / cume alù a berbenate, / in to' unù, ascì chel'Ave” (Non han più tempo di fermarsi, / di segnarsi, Madonnina, / salutarti con amore, come / allora borbottare / in Tuo onore, ancora un'Ave).
E, ancora: “U ciatu son / d'in desgurdìu nüu pè. / Cun u cainélu rüzenùusu che / u sogna u pàixu ansenétu. / Deré ae abre du-u barcun mütu, / tristi fantasmi i aspeita, / int'a buca da nöte, / vivi mandurin, canti d'amù” (Il piatto suono / del nudo piè veloce. / Con l'anello rugginoso che / sogna il docile asinello, / dietro le ante della finestra muta, / tristi fantasmi aspettano / in bocca della notte, / vivi mandolini, canti d'amore) “A müraja antiga” (Il muro antico).
La nostra Poeta esce dal suo isolamento ed entra in contatto con il mondo; il monologo diventa dialogo, il dolore personale si trasforma in doglia umana più vasta, fino a diventare cosmica (vedi Leopardi, Pascoli); la rappresentazione si fa più distaccata e obiettiva.
Liriche intrise di amore, quindi, personali, che rivelano naturalezza, sincerità e luminosità di espressione. Fotogrammi e scatti fotografici di un animo molto sensibile e ricco di quella testimonianza poetica, bisognosa di aprirsi per liberarsi e librarsi verso lo stadio della spiritualizzazione. Diversi componimenti di Emilia Ramò sono delle definizioni che racchiudono il risultato di osservazioni ed esperienze personali: pseudoaforismi che comprendono tutta la complessità del suo pensiero.
Leggendo in modo più approfondito e analizzando gli affascinanti versi di ciascuna lirica ramoiana, possiamo sostenere che la Nostra si presenta come la poeta dell'interiorità, dello studio introspettivo dell'anima e della ricerca dell' ”Io”, attraverso l'analisi del proprio vissuto esistenziale; la poeta della lingua natia, della spiritualità che mette a nudo la propria anima.
Un'anima che, collocandosi tra lo Spirito e la materia, grazie alla sua sorprendente naturalezza e versatilità artistica, riesce ad accostare a cose comuni cose incommensurabili. Quella della Ramò viene ad essere una poesia ispirata, non scritta per le circostanze, su ordinazione o a comando; una poesia dal lungo lavoro di incubazione.
La Poeta, attraverso i suoi pensieri, tutti in versi liberi, intende raccontare i propri sentimenti, le proprie emozioni, le angosce, i propri stati d'animo con tutta la libertà e la spontaneità che il cuore e, spesso, la ragione, le vengono a dettare. Il presente libretto ci presenta una silloge di componimenti che sanno essere racconti di vita, frammenti di storia personale. Ed è la ratio per cui, con questo travaglio poetico, l'Autrice raggiunge un alto e raffinato grido di fascinazione lirica con uno stile di scrittura immediata, intima, interiore, spontanea e sincera nei contenuti espressivi, dove l'animo ben si fonde con il pensiero creativo.
I suoi sono versi dettati e suggeriti da stagioni passate e presenti che l'hanno toccata e continuano a toccarla ancora, suggerendole momenti di ispirazione spazio / temporale. Emilia Ramò poetizza la vita, narrandola in modo semplice, lineare e scorrevole con uno stile sobrio sulla tela di una storia / racconto, tale da coinvolgere il lettore così bene da immergerlo nel tempo e nello spazio. La poesia della Ramò, come quella di tutto il Novecento, possiede una forma decisamente aperta senza norme ritmiche necessitanti. Essa ha le caratteristiche della forza evocativa, della creatività fantastica, dell'intensità patetica, della ricchezza del pensiero.
L'amigu amandurin” (L'amico mandolino): “I sunava e to' corde / lasciù sce u verde prau / e cun a müüxica ardia, / bali maturni int'in sciaratu / de crü, s-ciupui de rie, / de cianti, in sce speranse növe / de botu scurdai, / in tüti i sciti / ti éiri müüxica, giögu. / O veju amandurin / apéeisu aa müràja / avura ti tàixi. / Ascì tü ti sei entrau / inte chela bèla fòura, / da nostra zuventù” (Suonavano le tue corde / lassù sul verde prato / e con la musica ardita, / balli pazzi in un frastuono / di gridi, scoppi di risate, / di pianti, sulle speranze nuove, / presto dimenticate. / In tutti i siti, / eri musica, gioco. / O vecchio mandolino, / appeso al muro / or taci. / Anche tu sei entrato / in quella bella favola / della nostra gioventù). Una lirica forte, ricca di dolore, di quasimodiana memoria “Alle fronde dei salici, per voto, / anche le nostre cetre erano appese, / oscillavano lievi al triste vento” (Alle fronde dei salici).
E, come quest'ultima, ne incontriamo altre che vanno ad arricchire “A mea sità” (La mia città): “Véja stassiun” (Vecchia stazione), “Superbia” (Superbia), “U stringàu” (L'avaro), che ci offrono il malessere esistenziale della Ramò, di una poeta “... fia du mundu, / stu mundu ch'u ven sempre ciü strentu, / delongu ciü poveru, insanghinàu / da ungrài caine, fraièire, / ingurde de sòudi e de cumandu” (… figlia del mondo, / questo mondo che viene sempre più stretto, / sempre più povero, insanguinato / da unghiate prepotenti, / ingorde di soldi e potere) “Cumandu cain” (Comando prepotente).
Brani caratterizzati da lunghi, freddi e tristi dialoghi interiori con sé stessa.
Ci vengono proposte 14 liriche che sono altrettante preziose perle di una collana letteraria che rappresenta la lunga ascesa verso la conoscenza / scoperta del proprio Ego, naturalmente poetico. In esse l'Autrice fa piazza pulita delle ormai desuete forme della metrica e della vecchia retorica.
Nella sua poetica si legge l'esenzialità del concetto e, per ottenere tale risultato, viene assolutamente e volutamente rifiutato il linguaggio già convenzionale della poesia, esprimendo quei momenti che appartengono esclusivamente al suo mondo interiore.
La raccolta, che abbiamo letto con profondo interesse, contiene componimenti che ritraggono l'iter della sua esistenza, del suo cammino attraverso il pensiero, attraverso il suo operato. Dunque una poesia personalizzata nel suo più intimo percorso naturale. Tutto questo perché l'Autrice ha saputo trovare dentro di sé un'isola immune da ogni moda e priva di qualsiasi discepolismo, presentandosi come la poeta del nostro tempo che parla con la voce e la ragione del cuore e, quindi, destinata a diventare una voce interessante per la poesia dei nostri giorni.
L'Autrice fa poesia per egemonizzare la qualità dell'uomo, il valore del sentimento, l'eticità della persona che spesso viene distrutta, nel presente, dal consumismo sfrenato costantemente radicato dai mass-media, da cui, volente o nolente, l'uomo viene continuamente travolto. Da sottolineare, inoltre, che, passione e vocazione per la scrittura, vengono a creare una poesia libera e liberatrice, una poesia che sa imporsi con tutta l'energia, propria della Nostra.
Poesie / canti, piccoli quadri, punti fermi delle sue stagioni, della sua natura, del suo cammino per i sentieri di un mondo che, in fondo, tutto le appartiene. Una voce, la sua, che dal profondo del proprio Ego, dice e parla al cuore di chi viene a leggerla.
Le liriche di “A mea sità” invitano il lettore / fruitore a ritemprarsi nella fresca sonorità poetica / immaginifica / narrativa di un universo, quello dell'Io dell'Autrice, che si svela una eccellente poeta, degna di tanto apprezzamento.
Quella della Ramò è sicuramente poesia / diario, “il giornale essenziale delle forme essenziali della poesia”. Una poesia che si svolge pienamente per definizione al centro della storia della poesia del Ventunesimo secolo. Un libretto di emozioni, “A mea sità”; un piccolo / grande poema della parola, oggetto della realtà. Emilia Ramò: la poeta del pensiero / vita.
Dopo avere attentamente analizzato i versi della presente silloge, possiamo concludere che abbiamo vissuto, respirato e navigato una poesia così autentica nella sua spiritualità da trascendere il continuo imperversare del materialismo dei nostri giorni che la tecnologia elargisce all'uomo nella quotidianità terrena del nostro tempo.


Vallecrosia, 21 aprile 2013

Prof. Francesco Mulè
(Poeta, critico letterario, giornalista, presidente del Circolo Culturale “Smile”,
promotore del Premio Letterario Internazionale “G. Natta”)

mercoledì 24 luglio 2013

Sanremo : A Villa Ormond è stato ricordato l'ambasciatore Boris Biancheri - Francesco Mulè

Sanremo

A Villa Ormond è stato ricordato l'ambasciatore Boris Biancheri
di Francesco Mulè


Il pomeriggio di venerdì, 19 luglio, nella ricorrenza del secondo anniversario della scomparsa di Boris Biancheri, ambasciatore italiano a Tokio, Londra e Washington e nella ricorrenza del decimo anniversario della fondazione della F.A.I. (Associazine Frontalieri Autonomi Intemeli) è stato organizzato a Sanremo, presso la Villa Ormond, sede dell'IIDU (Istituto Internazionale di Diritto Umanitario) un Convegno di Studio in ricordo del diplomatico che ha ricoperto alla Farnesina le funzioni di direttore generale degli affari politici e, da ultimo, di segretario generale, la più alta carica della diplomazia italiana.
L’evento, organizzato con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Liguria e del Comune di Ventimiglia e su iniziativa dell’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco, dell'IIDU, dell’ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e della FAI - Associazione dei Frontalieri Autonomi Intemeli, ha ripercorso i tratti più salienti della figura, del letterato del giornalista Boris Biancheri diplomatico, intellettuale e scrittore, con il discorso dell’Ambasciatore Giancarlo Aragona, Presidente dell'ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale; dell'interessante e approfondito intervento del Consigliere Diplomatico del Presidente della Repubblica, Ambasciatore Stefano Stefanini, e dell'emozionante e commovente ricordo della figlia Nathalie Biancheri.
Interessanti gli interventi del Professor Fausto Pocar, Presidente IIDU; di S.E. Dott. Antonio Morabito, Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco; di Santo Fortugno, Presidente della FAI e dell’assessore comunale di Sanremo, Avv. Gianni Berrino.
Boris Biancheri nasce a Roma il 3 novembre 1930 e muore il 19 luglio 2011 nella clinica Villa Margherita di Roma; è sepolto nella tomba di famiglia del cimitero di Ventimiglia. Figlio del diplomatico Augusto Biancheri Chiappori e della baronessa Olga Wolff von Stomersee, nipote di Giuseppe Biancheri e di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Personaggio dall'intensa carriera diplomatica, presidente dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), presidente dell'ANSA (1997-2009) e della FIEG - Federazione Italiana Editori Giornali (2004-2008), editorialista di politica internazionale per il quotidiano “La Stampa”.
Il 20 ottobre 2007 riceve il Premio Grinzane Cavour – Alba Pompeia - Sezione narrativa per la raccolta di racconti, Il ritorno a Stomersee: tre racconti consolari (Feltrinelli 2002) che, con una prosa limpida, agile e ritmata, fa risaltare i legami tra territorio e cultura; gli è stato consegnato il premio “San Segundin d'Argento” nella cattedrale di Ventimiglia.
È stato ambasciatore italiano a Tokyo, Londra e Washington, ricoprendo alla Farnesina le funzioni di Direttore Generale degli Affari Politici e, da ultimo, di Segretario Generale, la più alta carica della diplomazia italiana. È stato in seguito presidente di importanti istituzioni di politica estera (ISPI), dell'ANSA (1997-2009) e della FIEG - Federazione Italiana Editori Giornali (2004-2008); editorialista di politica internazionale per il quotidiano “La Stampa”. Autore di libri di saggistica, di narrativa e di argomento geopolitico: Accordare il mondo, La diplomazia nell’età globale e, inoltre, pubblicati da Feltrinelli, L’ambra del Baltico, Il quinto esilio, Elogio del silenzio. Nel 2012 è stato pubblicato da Adelphi il racconto inedito La traversata.
Francesco Mulè

domenica 21 luglio 2013

San Giorgio a Cremano (NA) : Premio Letterario “Villa Bruno” - Francesco Mulè

San Giorgio a Cremano (NA)
Premio Letterario “Villa Bruno”
di Francesco Mulè

Il Comune di San Giorgio a Cremano (NA), in collaborazione con la Pro Loco cittadina, l'A.M.A.C.I. (Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani), Giornate Europee del Patrimonio e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), La Nave di Neve – Eboli (SA), “I Volti del Borgo” e il Comune di Centola (SA), promuove il Premio Letterario “Villa Bruno”.
Regolamento
Art. 1 È ammessa la partecipazione a tutti gli autori adulti residenti in Italia e con opere esclusivamente in lingua italiana e/o in vernacolo.
Art. 2 Il Concorso è suddiviso in due sezioni:
Poesia in lingua a tema libero
Poesia in vernacolo (possono partecipare poesie espresse in qualsiasi dialetto parlato in Italia con relativa traduzione in italiano).
Art. 3 È ammessa la partecipazione ad entrambe le sezioni; le poesie potranno essere inviate in unico plico; si partecipa inviando un numero massimo di otto poesie in lingua e/o in vernacolo. Le poesie potranno essere edite e/o inedite, non dovranno superare i 40 versi. Si accettano anche le poesie premiate in altri concorsi.
Art. 4 Si richiedono sei copie per ogni poesia; di queste, una sola copia dovrà riportare il nome e cognome, l’indirizzo, il numero di telefono, indirizzo e-mail e la dichiarazione: “Dichiaro l’opera presentata frutto esclusivo del mio ingegno. La direzione del premio non è responsabile di eventuali opere oggetto di plagio.
Art. 5 Il contributo unico di partecipazione per le spese di segreteria è di euro 15 (quindici) e dovrà essere versato a mezzo post pay al nr. 4023600575558111 ed indirizzato a: Gennaro Improta - È vietato porre somme di denaro nei plichi, per evitare che con la mancata consegna del plico con le poesie possa esserci anche la perdita del denaro.
Art. 6 Con le poesie dovrà pervenire anche la copia della ricevuta di versamento del contributo di partecipazione. L’invio del plico dovrà avvenire con posta prioritaria entro e non oltre il 25 Agosto 2013 (farà fede il timbro postale di partenza) indirizzato a: Premio Letterario “Villa Bruno“ - Pro Loco S. Giorgio a Cremano - Via Cavalli di Bronzo n. 20 (tel. 081/486793) – 80046 San Giorgio a Cremano (Na).
Premi
Art. 7 Saranno premiati: Sezione A - B
1° Premio: Targa o Trofeo messo a disposizione dalla Pro Loco, Buono acquisto del valore di 200 euro - Pergamena e Motivazione della Giuria.
2° Premio: Targa o Trofeo messo a disposizione dalla Pro Loco, Buono acquisto del valore di 150 euro - Pergamena e Motivazione della Giuria.
3° Premio: Targa o Trofeo messo a disposizione dalla Pro Loco, Buono acquisto del valore di 100 euro - Pergamena e Motivazione della Giuria.
4° Premio: Targa o Trofeo – Pergamena.
5° Premio: Targa o Trofeo – Pergamena.
Art. 8 La Giuria assegnerà Menzioni d’Onore e Premi Speciali per autori particolarmente meritevoli. La cerimonia di premiazione avrà luogo domenica 29 Settembre 2013 alle ore 17 presso la Biblioteca della Cultura Vesuviana - Villa Bruno – San Giorgio a Cremano. Al termine della cerimonia di premiazione, seguirà un buffet.
Art. 9 Sarà data comunicazione dell’esito del concorso, tramite telefono, posta prioritaria e/o e-mail, solamente ai premiati e segnalati di ciascuna sezione.
Art. 10 Coloro che non potranno presenziare alla cerimonia di premiazione, potranno delegare per il ritiro dei premi persone di loro fiducia, previa comunicazione scritta. Durante la cerimonia, saranno invitati al ritiro dei premi, soltanto gli autori premiati o segnalati che avranno confermato la loro presenza in sala.
Art. 11 L’Organizzazione del Concorso si riserva la facoltà di apportare modifiche al regolamento.
Art. 12 La partecipazione al Concorso comporta l’accettazione incondizionata di tutte le clausole contenute nel presente bando. Le poesie pervenute non verranno restituite e saranno utilizzate per una eventuale pubblicazione. Saranno declamate, il giorno della premiazione, soltanto le poesie classificate dal 1° al 3° posto, le relative menzioni e quelle dei Premi Speciali, solo se gli autori sono presenti in sala.
La Giuria:
Art. 13 La Giuria sarà presentata durante la serata finale. Il giudizio della Giuria è insindacabile, ad essa spetta pronunciarsi in caso di controversie e su quanto espressamente previsto dal regolamento.
Art. 14 I premi non verranno spediti al domicilio, ma saranno consegnati all’autore premiato, oppure ad un suo delegato il giorno della premiazione. Ogni poeta deve ritirare personalmente il premio attribuitogli e solo per gravi motivi gli è consentito delegare per iscritto qualcuno che intervenga in sua vece.
Art. 15 Legge 675/96 – La Pro Loco S. Giorgio a Cremano (Na) assicura che i dati personali acquisiti vengono trattati con la riservatezza prevista dalla legge e saranno utilizzati esclusivamente per l’invio di informazioni culturali e per gli adempimenti inerenti al concorso. Ogni poeta contattato può richiedere la cancellazione dagli elenchi cartacei e telematici della Pro Loco S. Giorgio a Cremano, inviando una semplice comunicazione anche via e-mail.
Gli organizzatori del premio non si assumono alcuna responsabilità per disguidi postali sulla consegna dei plichi. Gli autori possono contattare la segreteria del premio per accertarsi del buon arrivo del plico.
Poesia in video – Poesia in musica.
Un team di esperti nel settore musicale e dei video-format sceglieranno tre poesie tra quelle pervenute, che diventeranno dei video; altre tre poesie tra quelle pervenute, che saranno considerate idonee ad essere musicate saranno interpretate in musica. La scelta degli esperti sarà inappellabile. Le poesie scelte saranno interpretate, declamate e/o trasmesse in video nella serata della premiazione. Le poesie individuate come meritorie possono non corrispondere alla classifica della giuria, ma sono espressione di una mera valutazione video – tecnico – musicale da parte della direzione artistica.
I poeti ritenuti meritevoli saranno omaggiati dei DVD delle opere prescelte, con il conferimento di una Targa o Trofeo e Pergamena di Merito.
Per informazioni ulteriori chiamare: Maria Falbo 339/2825539 - Gennaro Improta 338/4064535 - Roberto Furcillo 349/7893754 - Ballarin Giovanni 328/6916293.
Avvisi importante:
Gli autori che intendono partecipare al Premio Letterario “Villa Bruno” sono pregati di non aspettare gli ultimi giorni per la spedizione del plico, considerato il periodo feriale estivo. Per eventuale pernottamento si segnala: Albergo Istituto S. Camillo
Tel. 081/7713791 – Fax 081/7713168.
Premio Letterario “ Villa Bruno “ - Modulo di partecipazione:
Autore partecipante: _______________________________ (se maggiorenne)
via ______________________ n. _____ loc.______________________ ( )
tel. ______________________ e.mail ______________________________
Opere in concorso :
Sezione Lingua Titolo _____________________________________
______ Titolo _____________________________________
______ Titolo _____________________________________
______ Titolo _____________________________________
Sezione Vernacolo Titolo _____________________________________
______ Titolo _____________________________________
______ Titolo _____________________________________
______ Titolo _____________________________________


FIRMATO ________________________________________
Dichiaro che le opere sono frutto esclusivo del mio ingegno”. È possibile ricevere risposta di buon arrivo del plico previo richiesta via e.mail. Il modulo di partecipazione dattiloscritto o a stampatello dovrà essere compilato in ogni sua parte ed allegato alle opere inserite nel plico.
Francesco Mulè

venerdì 19 luglio 2013

poesie di Virginia Murru

T’INSEGNERÒ (Dedicata ad un figlio)



T’
insegnerò a lottare
con le armi severe dell’ostinazione
a salire le
ripide scale dell’audacia
senza cadere nell’insidia dell’inganno.
T’
insegnerò a fuggire
da fauci di menzogna
e a riparare in rifugi di
lealtà-
t’insegnerò a sognare
quando la vita nega la realtà
ma a non
perseverare
in soffici cuscini di bambagia.
T’insegnerò che l’Amore
è
l’unica bellezza che non può invecchiare
solo se saprai riconoscerlo
come originale fra tante copie false.
E t’insegnerò a sbagliare
ché
congenita è questa dannazione
ma a non perseverare
sui ristagni dell’
errore.
T’insegnerò a non mentire
anche se la verità è porta da
scassinare.
E capirai che la vita- è come stallone ribelle
Le sue
redini non ti basteranno.
T’insegnerò a guardare
dentro gli occhi di
ogni uomo
e a non scappare se troverai il dolore.
Ti farò capire quando
devi fermarti
nella corsa ad ostacoli dell’umana ambizione
t’insegnerò
a non lasciarti
irretire dalla paura
a spezzare i suoi artigli, a
saperti liberare.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
BLU OLTREMARE
Certi dolori
non hanno perimetri
non si fanno attraversare da condoni
non li puoi
pesare
senza sbagliare in perizia
Sono blu oltremare.
Non hanno
parenti prossimi
o cugini lontani.
Certi dolori non entrano
in figure
piane- rettangoli o quadrati
non puoi definirne l’area
mancano d’angoli
retti spigoli regolari.
Un dolore così è insofferente al dettaglio
ti
spegne la frase in bocca
conduce in austerità lontane
finché non
accende davvero
tutte le ragioni della sua strada
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
MAESTRO
Correggimi se sbaglio
istruiscimi
alle tue elevazioni
e conoscerò l’insidia della perfezione.
Ma prima -
ti prego
lascia che il pensiero
indossi l’abito buono
così che
incontrarti
in convegni di ragione
sia lusso consapevole
privilegio di
due intelligenze.
Segna il mio mancare
o disimpegno
col garbo del
ritorno
e in rosso
il dire ignorante dell’arresa
ché la parola – quando
non è esatta
è più cieca del silenzio.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
AMICO SARA’
All’amicizia lasci deleghe di soccorso
nei luoghi fragili
dell’errore
orgogli da cancellare sull’apparire.
Amico sarà chi vestirà
fiero
le tue imperfezioni- e con ripari indulgenti
saprà schermire il
mancare
berrà fiele dal calice del mentire
vino effervescente dalle tue
ragioni.
Amico sarà chi vedendoti vinto e innocente
saprà scatenare
tempeste
in angoli avversi- portare in terra sicura il riscatto.
E a
pezzi farà i tuoi ideali
cancellerà eversioni -
perché il vero Amico
sa prenderti a schiaffi
sapendo di farti male
quando devi vedere l’erta
davanti ai tuoi piedi.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Breve nota di critica di Francesco Mulè alla poesia di Virginia Murru
Sei la poeta di sempre! Quanto da sempre ti dico, esprimendoti le mie sporadiche impressioni dopo la lettura di alcune tue poesie (proprio pizzicate qua e là), ora confermo. Ho letto con attenzione e, ti dico ancora, con vivo interesse, i tuoi quattro lavori, inviatimi qualche giorno fa, e, ti confesso, li ho trovati molto intensi e didattico / pedagogici. Liriche, queste, che rivelano sicuramente naturalezza, sincerità e luminosità di espressione. Fotogrammi e scatti fotografici di un animo di viva e autentica sensibilità, ricco di quella testimonianza poetica che ha bisogno di aprirsi per liberarsi e librarsi verso lo stadio della spiritualizzazione. Scritti, i tuoi, che, in brevi parole, racchiudono il risultato di osservazioni profonde ed esperienze personali: pseudoaforismi che comprendono tutta la complessità del tuo pensiero. Aggiungo che il piacere che provo leggendo le tue composizioni pochi altri poeti me lo danno.
Assaporo immediatamente un che di libero! La tua poesia comunica un autentico senso di libertà! I versi non sono mai scontati. Non solo: non sono mai prevedibili. Sia nel loro ductus di significato sia nel loro ritmo: c’è sempre qualcosa che li caratterizza.
Prendi ancora questo mio volante giudizio per quello che vale. Ma che sia sincero è inutile che te lo assicuri.
Ad meliora et maiora semper!
(Francesco Mulè)