venerdì 30 agosto 2013

Ventimiglia: Calorosi e lunghi applausi a Lorenzo Viale, Premio “San Segundin d'Argento” - Francesco Mulè

Ventimiglia
Calorosi e lunghi applausi a Lorenzo Viale, Premio “San Segundin d'Argento”
di Francesco Mulè

Sotto il sole d'agosto, un lunedì mattina di festa, quello di ieri, dedicato al Premio “San Segundin d'Argento” consegnato, dopo la Santa Messa, celebrata dal vescovo, mons. Alberto Maria Careggio, a Lorenzo Viale nella Cattedrale di Ventimiglia Alta, nella ricorrenza di San Secondo Martire, Patrono della Città di confine e della Diocesi. Presenti in un mare di folla, numerosi sacerdoti, autorità civili, militari e politiche. Ambìto e prestigioso riconoscimento, il San Segundin, che, secondo lo Statuto, viene assegnato annualmente dal 1992 “a una persona originaria di Ventimiglia (o legata fortemente alla Città e al territorio) che, con la sua attività si sia particolarmente distinta per divulgare la cultura, la storia e le tradizioni cittadine, agendo nel sociale e prodigandosi in opere di volontariato, in attività benefiche verso il prossimo, dando lustro alla Città e portando il nome di Ventimiglia in alto in Italia e all'estero.”
La persona giusta, quest'anno, è stata scelta all'unanimità da una commissione esaminatrice presieduta dal Commissario straordinario, dott.ssa Luciana Lucianò, e composta da esponenti di varie associazioni e da membri del Comitato Pro Centro Storico (ex presidente Mario Palmero) attualmente presieduto dal dott. Sergio Pallanca che ha letto al folto pubblico la motivazione dell'assegnazione del premio a Lorenzo Viale, ventimigliese DOC. Il premio è una statuina d'argento, raffigurante il Santo, creata dallo scultore David Maria Marani.
Lorenzo Viale, classe 1935, sposato con la prof.ssa Nevis, due figli, ottimo conoscitore della storia e della cultura ventimigliesi. Nutre forte passione per le tradizioni culinarie intemelie; ottimo cuoco, fondatore e presidente del Circolo della Castagnola, si dedica con amore alla campagna e, in special modo, agli ulivi. Militante nell'Azione Cattolica e nelle Acli. Impiegato comunale di Ventimiglia, in pensione dal 1994. Attivo nel sociale, volontariato, culturale, amministrativo, sindacale, politico e sportivo. Il suo operato si è esteso nel campo provinciale, regionale, nazionale e transfrontaliero. Numerosi i diplomi, gli attestati, le benemerenze e onorificenze.
Membro del Comitato Intemelio contro la droga; fondatore dell'Associazione Amici della Musica di Ventimiglia; autore della Consulta transfrontaliera di Imperia-Cuneo-Nizza; socio fondatore e presidente dell'Alliance Française “Riviera dei Fiori”; segretario della banda musicale “Città di Ventimiglia”; Aquila d'Oro del Club Alpino Italiano; Assessore provinciale alla Pubblica Istruzione; segretario di categoria della Cisl; consigliere comunale di Ventimiglia; fondatore del MFE sezione di Ventimiglia; socio del Circolo culturale “Porta Marina”; “Premio Smile”, conferitogli nel 1999 dall'omonimo Circolo culturale di Vallecrosia. Profondamente e attivamente dedito a opere benefiche verso i suoi concittadini e non solo. Attivo da sempre nell'Anpi; per un decennio, membro del Consiglio Scolastico Provinciale; Consigliere Nazionale dell'Associazione Italiana Comuni e Regioni d'Europa e vicepresidente della Federazione Ligure. Per l'impegno profuso nella società civile, nel 1968 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere, nel 1993 di Cavaliere Ufficiale, e nel 2007 di Commendatore.
Per i numerosi incarichi che hanno permesso a Viale di contribuire alla crescita socio-culturale della comunità ventimigliese e intemelia, la Commissione costituita l'ha nominato “Personaggio Ventimigliese dell'anno 2013” e gli ha conferito il Premio “San Segundin d'Argento”.
Una cerimonia punteggiata da un servizio fotografico, curato da professionisti, e da calorosi applausi durante la cerimonia di premiazione e al termine del discorso di ringraziamento del Cav. Commendator Lorenzo Viale.
Questi i 21 Premi “San Segundin d'Argento” degli anni passati:
Francesco Biamonti, Boris Biancheri Chiappori, mons. Angelo Raimondo Verardo, Pierino Sismondini, Marisa Amalberti De Vincenti, Wilna Benso, Renzo Villa, Romano Pini, suor Eligia Guglielmi, Angelo Maccario, Giuseppe Renato Rebaudo, Mario Ascheri, mons. Giacomo Barabino, Maripina Rotoli, Bruno Strangio, Paola Ravani, mons. Francesco Palmero, Eugenio Magnani, Anna Canepa, Luciano Codarri e Dario Canavese.
Francesco Mulè

martedì 27 agosto 2013

Sine isto Silvio... - Francesco Mulè

Sine isto Silvio...
Senza codesto Silvio...


Sine isto patre conscripto
Senza codesto senatore
res publica levata mihi
lo Stato mi sembra
et recreata videtur
sollevato e guarito.


O fortunatam rem publicam,
O fortunata Repubblica,
si quidem hanc sentinam urbis eiecerit!
se qualcuno avrà scacciato questa feccia dalla città!




Quae mulier infamis,
Quale donna vergognosa,
quis corruptus,
quale corrotto,
quis perditus,
quale sciagurato,
qui non fateatur
che non confessi
se familiarissime vixisse
di essere vissuto in stretta familiarità
cum isto 'homine'
con codesto 'uomo'
inveniri potest,
potrà essere trovato,
Silvi insolens?
arrogante Silvio?


O tempora! O mores!
O tempi! O costumi!


Vallecrosia, 22/8/2013 – ore 10,40
Francesco Mulè

domenica 25 agosto 2013

Ventimiglia Lorenzo Viale riceverà domani il Premio “San Segundin d'Argento” - Francesco Mulè

Ventimiglia
Lorenzo Viale riceverà domani il Premio “San Segundin d'Argento”
di Francesco Mulè

Sarà il Cav. Lorenzo Viale a ricevere, domani, 26 agosto, nella Cattedrale di Ventimiglia Alta, in occasione dei festeggiamenti di San Secondo, Patrono della Città di confine, il premio ”San Segundin d'Argento”, ambito e prestigioso riconoscimento che, secondo lo Statuto, viene assegnato annualmente dal 1992 “a una persona originaria di Ventimiglia (o legata fortemente alla Città e al territorio) che, con la sua attività si sia particolarmente distinta per divulgare la cultura, le tradizioni, la storia della Città di Ventimiglia, che abbia agito nel sociale, prodigandosi in opere di volontariato, in attività benefiche verso il prossimo e che con la sua attività abbia dato lustro alla Città di Ventimiglia, portando il suo nome in alto in Italia e all'estero.”
La persona giusta, quest'anno, è stata scelta all'unanimità da una commissione esaminatrice presieduta dal Commissario straordinario, dott.ssa Luciana Lucianò, e composta da esponenti di varie associazioni e da membri del Comitato Pro Centro Storico (ex presidente Mario Palmero) attualmente presieduto dal dott. Sergio Pallanca.
Il premio è una piccola statuina d'argento, raffigurante il Santo, creata dallo scultore David Maria Marani.
Il commendator Viale è un ottimo conoscitore della storia e della cultura ventimigliesi. Nutre forte passione per le tradizioni culinarie intemelie, è ottimo cuoco, fondatore e presidente del Circolo della Castagnola, si dedica con amore alla campagna e, in special modo, agli ulivi.
Ad oggi è presidente dell'Alliance Française; ex consigliere e assessore provinciale alla Pubblica Istruzione. È segretario del Movimento Federalista Europeo (sez. di Ventimiglia), socio del Circolo culturale “Porta Marina”; “Premio Smile”, conferitogli nel 1999 dall'omonimo Circolo culturale di Vallecrosia.
Lorenzo Viale ha portato lustro alla città di Ventimiglia attraverso i vari canali del lavoro, della politica, della scuola, del sociale, della cultura, dello sport e del volontariato; profondamente e attivamente dedito a opere benefiche verso i suoi concittadini e non solo. Attivo da sempre nelle Acli e nell'Anpi.
Questi i 21 Premi “San Segundin d'Argento” che hanno preceduto Lorenzo Viale:
Francesco Biamonti, Boris Biancheri Chiappori, mons. Angelo Raimondo Verardo, Pierino Sismondini, Marisa Amalberti De Vincenti, Wilna Benso, Renzo Villa, Romano Pini, suor Eligia Guglielmi, Angelo Maccario, Giuseppe Renato Rebaudo, Mario Ascheri, mons. Giacomo Barabino, Maripina Rotoli, Bruno Strangio, Paola Ravani, mons. Francesco Palmero, Eugenio Magnani, Anna Canepa, Luciano Codarri e Dario Canavese.
Francesco Mulè

mercoledì 21 agosto 2013

in furorem Silvii -F. Mulè

Vitemus furorem istius Silvii!
Evitiamo la pazzia di codesto Silvio!


Nos, patres conscripti, autem fortes viri,
noi, senatori, uomini forti,
facere rei publicae videmur
riteniamo di aver fatto abbastanza per la salvezza della Repubblica
si istius furorem vitabimus.
se eviteremo la furia di costui.


Oportet, iam pridem, insolens beateque Silvi,
È necessario, già da tempo, insolente e beato Silvio,
te, iussu praesidis, duci
che tu, per ordine del presidente, sia condotto
ad finem tuae insaniae
alla fine della tua follia


et in te conferri finem
e che contro di te sia portata quella fine
quam tu in nos (omnes iam diu) machinaris.
che tu ordisci (quotidianamente) contro noi tutti.


Silvi, vivis,
Silvio, tu vivi
et vivis non ad deponendam,
e vivi non per deporre,
sed ad confirmandam audaciam.tuam.
ma per confermare il tuo ardire.
Vox populi, vox Dei!
Voce di popolo, voce di Dio!


Cupio, patres conscripti,
Desidererei, o Senatori,
me esse clementem,
poter essere clemente,
cupio in tantis rei publicae periculis me
desidererei di non sembrare staccato
non dissolutum videri,
dagli immensi pericoli della Repubblica,
sed iam me ipse
ma già da me stesso
inertiae nequitiaeque condemno.
mi accuso di inerzia e di inettitudine.


Gloria in aeternum tibi, semper innocue Silvi!
Gloria a te per tutti i secoli avvenire, o Silvio sempre innocuo!



Francesco Mulè


Vallecrosia, 04/8/2013 – ore 18:14

Carmen in Silvium (in Robertum, in Angelum, in Publicam Administrationem) - Francesco Mulè

Carmen in Silvium
(in Robertum, in Angelum, in Publicam Administrationem)
Quousque tandem abutere,
Fino a quando dunque abuserai
Silvi,
Silvio,
patientia nostra?
della nostra pazienza?

Quamdiu etiam furor iste tuus
Quanto a lungo ancora codesta tua follia
nos eludet?
si prenderà gioco di noi?

Quem ad finem
Fino a che punto
sese effrenata iactabit audacia?
si spingerà (la tua) sfrenata audacia?

O tempora, o mores!
O tempi, o costumi!

Senatus haec intellegit.
Il Senato comprende tutto ciò.
Populus videt;
il Popolo vede;
hic Silvius tamen vivit.
tuttavia (questo) Silvio vive.
Vivit?
Vive?

O Deus immortalis!
O Dio immortale!
Ubinam gentium sumus?
In quale parte del mondo ci troviamo?
In qua Natione vivimus?
In quale Stato viviamo?
Quam rem publicam habemus?
Quale governo abbiamo?

Quid est, Silvi,
Che cosa c'è, Silvio,
quod te iam in hac Italia
che ormai in questa Italia
(Superiore, Media, Inferiore?)
(Nord, Centro, sud?)
delectare possit?
Tu possa gradire?

Mala tempora currunt et current!
Brutti tempi corrono e correranno!
Dura lex, sed lex, Silvi beate!
La legge (è) dura, ma (è sempre) la legge, beato Silvio!

Hoc, pro Natione, carmen in Silvium
Questo (è) per lo Stato un canto contro Silvio.

Francesco Mulè Vallecrosia, 24 luglio 2013 – ore 18,50

LA LUCE DELLA FEDE di LINDA STAGNI E MARIO FESTA / UNA NOTA DI CRITICA di Francesco Mulè

LA LUCE DELLA FEDE
di
LINDA STAGNI E MARIO FESTA

UNA NOTA DI CRITICA
di Francesco Mulè

Linda Stagni e Mario Festa, due poeti di Battipaglia, con al loro attivo varie pubblicazioni e un curriculum vitae costellato di numerosi premi e riconoscimenti letterari di grande rilievo per partecipazione a concorsi letterari nazionali e internazionali.
Posso dire che la prima volta che ho avuto modo di leggere i primi testi dei nostri due aedi, correva in me la convinzione che entrambi avrebbero fatto strada nel mondo della letteratura perché predisposti al racconto della vita e, quindi, dell'uomo. Oggi, confermata tale convinzione, mi accorgo che con la presente silloge sono riusciti, con tutta certezza, a valicare i confini della terra mostrandosi all'altezza nell'affrontare nuove tematiche.
In tempi di profonda crisi economica, che stiamo, purtroppo, vivendo a livello mondiale, le parole e i versi che oggi ci troviamo a leggere tra le pagine della silloge poetica “La luce della fede” (Lumen fidei) di Linda Stagni e Mario Festa, contribuiscono, senza alcun dubbio, a farci ridimensionare tutti i nostri problemi materiali, di natura sicuramente terrena, e vengono a proporci valori molto più elevati e, quindi, spirituali e spiritualizzanti, dai quali dipende il vero senso della vita; valori certamente da non trascurare.
Sono parole/rocce imponenti che sfidano il tempo, che annullano la temporaneità di quel segmento esistenziale dell'uomo e propongono il tutto all'affermazione di una vita estranea al mondo, di quella vita vera, sicuramente predisposta alla eternità spirituale, assolutamente convinti, i Nostri, che “fides omnia vincit”.
Le parole di questo libretto riescono a cogliere la meraviglia dell'anima nelle sue varie apparizioni e nei suoi dettagli, suscitando emozioni e sentimenti attraverso il gioco di luci, di toni, di forme, di colori, di immagini. E, a proposito di parole, Michel de Montaigne scrisse: “Le parole per metà appartengono a chi parla o a chi scrive, per l'altra metà a chi ascolta o a chi legge”. Pensiero del grande scrittore, filosofo e politico francese,' da noi assolutamente condiviso.
La lettura appassionata, interessata e interessante dei versi 'stagniani' e 'festiani' ci porta a capire che la quotidianità della vita non dipende dai beni materiali ai quali l'uomo, da sempre, rimane “incollato”. Fortunato quell'uomo per il quale giunge il momento in cui sente il bisogno di aggrapparsi a Qualcuno immensamente più grande della fragilità umana e, sicuramente, capace di (ri)sollevarsi e di arricchirsi di qualcosa che non passa.
E, a questo punto, i nostri due bravi cantori vengono a propinarci, con ricchezza di linguaggio e argutezza di pensiero, l'importanza della fede, grazie alla quale si viene a stabilire uno speciale dialogo uomo / Dio, attraverso il quale, ci viene dai Nostri molto bene suggerito e magistralmente insegnato, l'uomo rafforza l'identità della propria anima e viene a costruire il cammino verso la salvezza eterna. La fede è conoscenza della verità, verità dello spirito, della vita, dell'Amore universale. Questo, molto brevemente, il messaggio che si evince dalla lettura della silloge di cui sono brillanti autori Linda Stagni e Mario Festa, buoni speleologi dell'interiorità e ottimi maestri della parola che, con illuminata carica professionale, riesce a parlare al cuore del lettore. La parola è un tramite per indurre al risveglio quella entità profonda che è insita nel nostro corpo.
“... ho sentito nella sofferenza, / una mano tesa, verso me, / la tua mano tesa, in mio aiuto, / mi sorreggeva nella caduta, / ho incontrato Te, silenzioso Dio”. (E poi... ho incontrato Te). Profondità di pensiero e di sentimento, oltre che di fede, nel vocabolario poetico e spirituale di Linda Stagni che riesce a “muovere” e commuovere l'animo dei suoi lettori.
Due cuori che cantano all'unisono una sola voce: quella dell'anima che viene a schiudersi a più larghi orizzonti di pensiero e di profonda interiorità verso un universo poetico dalle tinte e dai toni più aperti e distensivi. Due forti araldi della fede che, pel tramite dei loro versi, viene a custodire e a coltivare la bellezza, l'amicizia, la fratellanza, la solidarietà, l'amore.
Linda e Mario, due anime in una, nelle liriche impregnate di carica spiritualizzante, nel libretto che ho letto con molto piacere ed estremo interesse. Delicati componimenti che mi hanno permesso di navigare, respirare e vivere una poesia così vera e autentica; versi così dolci e profondamente intensi da trascendere il continuo imperversare del materialismo dei nostri giorni che la moderna tecnologia elargisce a profusione all'uomo nella quotidianità terrena del nostro tempo.
“Tutto passa... / Perché t'affanni, / ti dai tanto da fare / per conquistare / sempre più beni terreni, / che sono destinati a finire? / Ciò che davvero conta / è accumulare tesori in cielo. / Spendi la tua vita per Dio. / Lascia un'impronta di te / sui sentieri dell'eterno. / Solo il Signore è vera ricchezza”.
(Tesori in cielo). Così Mario Festa, disarmato dinnanzi ad una società d'egoismo e di opulenza eppure disperatamente povera di calore umano.
Ha scritto il Petrarca: “la poesia in quanto vera poesia è sempre sacra scrittura”. Pienamente d'accordo con l'aretin poeta del Trecento (autore del Secretum in cui Petrarca dialoga con Sant'Agostino, e del Canzoniere), di conseguenza, con i Nostri che osannano, a tutto tondo nei loro splendidi versi, la grandezza della Fede. E Ungaretti aveva così scritto: “Oggi un poeta sa e risolutamente afferma che la poesia è testimonianza d'Iddio”.
“Fede e coscienza -ci ricorda Sant'Agostino- ci portano a interrogarci, viaggiando dentro le profondità di noi stessi, per scrivere, nudi dentro, tanto e tutto col sangue della nostra anima”. Ciò che il vescovo di Ippona (Tagaste 354 – Ippona 430) ha dato agli altri è ciò che egli ha conquistato per se stesso.
La poesia dei Nostri è una continua ricerca della verità, una continua lotta contro l'errore; un'attività in versi rivolta a difendere e a chiarire i principi della fede, mediante una ricerca di cui la fede è più il risultato che il presupposto. Entrambi molto attenti nella composizione dei canti, scritti con vero amore, insomma, dettati molto rigorosamente dall'ispirazione. Poesia ricca di colori e di suoni, libera come libera è la loro psiche.
Poesia che ci parla con la libertà dei versi, non convenzionali, talvolta molto brevi. Versi che nascono dallo spessore e dalla bellezza della parola, così forte da impreziosire i frutti dell'immaginazione, di quella spiccata fantasia che dà voce e musica al loro pensiero, eccellente messaggero di vita. Dobbiamo riguardare alla poesia non soltanto come uno svago o componimento letterario, ma come un itinerario di conoscenza e sapienza alla portata di tutti. E, a tal proposito, anche Benedetto Croce ha così voluto sottolineare: “Nel filosofo accade il medesimo che nel poeta. Non è lui che filosofa, ma Dio o la natura”.
Con gli amici Linda e Mario ho avuto il piacere e l'onore di incontrare, da qualche anno (non di persona, purtroppo), due veri poeti, non professionisti (lo dico con orgoglio e con tutta la stima che ho di loro). Nell'arte della parola il professionismo non c'entra per niente, poiché non si possono confondere interiorità ed esteriorità, psiche e mondo esterno. I due nostri poeti sono dei veri e grandi esploratori dell'anima e, nella mia ferma certezza morale e intellettuale, posso sostenere e sottolineare che, essere poeta esploratore, non è affatto roba da poco.
Poesia, la loro, che si legge e si rilegge con piacere, poiché, ci si consenta una metafora, essa è come quel ramo molto robusto che lascia nidificare su di sé tutti i sogni del mondo. I loro canti, stupendamente musicali e coloriti, ci hanno dato modo di leggere la vita, la loro e quella dei numerosi lettori, nelle sue molteplici manifestazioni. Il risultato della nostra vita cristiana e la fede garantiscono “il felice incontro con il Nostro Signore” e ci danno quella “luce che illumina il nostro cammino esistenziale”.
Questi gli obiettivi che i Nostri perseguono: “educare ai valori religiosi ed etici, per contribuire al progresso morale della nostra società”.
La fede non è via / per ottenere le grazie. / È un dono, attesa, / il felice incontro / con il Signore [] bussola che orienta / verso il bene [] La fede è forza, speranza, / respiro di vita e di libertà” . Così Mario Festa viene a spiegarci il significato della fede nella seconda lirica che porta il titolo della silloge: “La luce della fede”.
E aggiungiamo: “La fede è l'anima pura della cultura che si affaccia, ricca di luce e di calore, al mattino di ogni tempo”.
Non posso chiudere questa mia nota di critica alla poetica dei cari amici, che tanto di poesia e di sentimento sono riusciti a trasmettermi, senza aver prima sottolineato la ricchezza psicologica e filosofica dei versi della Stagni che, servendosi di una preziosa metafora, parlano con eleganza di espressione.
“Siamo metallo incandescente / nelle mani di un saggio fabbro. / Egli ci toglie dalla forgia ardente / e con precisi colpi ci forma / per smussare le nostre imperfezioni. / Nel percorso della vita / con gioie e dolori / ci forgia e ci modella, / per conformarci al suo progetto. / Solo quando avremo preso / la forma a Lui più grata / entreremo nella schiera / delle Sue creature prescelte”.
In entrambi i Nostri, e concludo, l'andamento dei testi è assolutamente colloquiale.
“La luce della fede”, poema della vita e libretto della spiritualità e della morale che entra facilmente nel cuore del lettore, affascinato dall'etica e dalla didattica della parola che dice tutto con la voce dell'anima. Linda Stagni e Mario Festa, conquistatori dell'animo umano.
Ad Astra!


Vallecrosia, 12/8/2013
Prof. Francesco Mulè
(Poeta, critico letterario, promotore culturale, giornalista, Fondatore e presidente del Circolo culturale “Smile”)







domenica 18 agosto 2013

“Diario di un emigrante” . Desideri ed emozioni di ieri e di oggi - Francesco Mulè

 “Diario di un emigrante” di Francesco Mulè
Desideri ed emozioni di ieri e di oggi


Non c'è uomo su questa terra che non coltivi un desiderio in cuor suo e non c'è epoca in cui sia venuto meno in ciascun essere vivente il forte desiderio di crescita, di felicità, di miglioramento materiale e di maggior serenità. Oggi siamo maggiormente convinti che possedendo e acquistando ci si avvicini di più alla cima della scala sociale. L'uomo di questi nostri giorni insegue sempre di più il sogno della felicità, del possesso, della sicurezza personale e sociale. Non poniamo tregua quando ci accorgiamo di aver perduto quel piccolo spicchio di sicurezza e, allora, ci rimettiamo a rincorrere il prossimo traguardo di benessere.
Sicuramente l'uomo di oltre sessant'anni può ricordare che i suoi desideri di quand'era bambino erano molto più semplici: un piccolo cono gelato, una gassosa, un ghiacciolo, qualche caramella alla menta, una delizia di zucchero filato che faceva spalancare tanto di occhi a noi bambini.
Per la fiera della Madonna del Rosario, che cadeva (se la memoria non mi inganna) la seconda domenica di ottobre, acquistavamo, con poche lire, una manciata di caldarroste che venivano preparate la sera sul posto tra Piazza Roma (chiazza granni) e Piazza Umberto (chiazza picciula).
Che divertimenti per noi bambini, di età tra gli otto e i tredici anni, che scorrazzavamo per le due piazze al suono delle trombettine, allo svolazzare dei palloncini acquistati con sole cinque o al massimo dieci lire; si correva per le strade del paese col naso in su, seguendo l'aquilone costruito con le nostre mani e con la nostra forte sete di divertirci portandolo sempre più in alto col filo il più a lungo possibile. E i giochi con le figurine dei calciatori che venivano acquistate col sistema del baratto tra noi bambini. Tutto era un desiderio, ma un semplice desiderio che ci appagava e serviva a riempirci l'intera giornata tra lo studio e il divertimento.
Tutto questo, guidati e spinti dal desiderio di divertirci fino allo stremo delle nostre energie. Sì, era proprio così. Oggi, invece, quali desideri se non quelli suscitati da 'mamma TV' che, per la maggior parte dei casi, vengono a creare disturbi e disagi più che emozioni!?
E gli appuntamenti tanto attesi con le giostre e in piazza Umberto I col cantastorie Ciccio Busacca che con la chitarra ci portava a conoscenza di tragiche storie? E la presenza di un piccolo circo montato o in Piazza Roma o nello spiazzo di Via Agrigento? Il piccolo paese veniva animato da grida di gioia di bambini in libertà per le strade orfane di automobili e prive, naturalmente, di incidenti e, quindi, di pericoli.
Piccoli/grandi desideri tanto desiderati e realizzati solo dopo parecchi giorni o mesi di attesa.
Quale grande gioia e quali e quante emozioni nei nostri cuori in quel giorno di festa!
A questo punto possiamo dire che il desiderio sia assolutamente padre dell'emozione. Ma è difficile che le nuove generazioni nutrano ampia consapevolezza di ciò che le emozioni possono offrire. Sono decisamente prive, e direi orfane di desideri essendo stati bambini ai quali è stato concesso tutto, molto prima di desiderare, senza aver prima desiderato.
Desiderio è ciò che manca, non conquista di ciò che c'è. I genitori o i nonni delle nuove generazioni imbottiscono di regali i loro bambini prima che questi li abbiano chiesti, prima che questi arrivino a desiderarli. Quelli sono doni o regali che hanno una brevissima durata; non li hanno sicuramente soddisfatti perché non li hanno ovviamente desiderati. E quando a un bambino si dà tutto, questi non si abitua a desiderare e quindi non può provare o produrre emozioni.
Emozioni di festa negli occhi che brillano di gioia per un paio di scarpe nuove regalategli in occasione di una grande festa (Pasqua, Natale, compleanno); emozioni di riconoscenza, di gratitudine verso i genitori che hanno permesso al dodicenne Claudio di partecipare alla gita scolastica con i suoi compagni di scuola e di classe e con i suoi professori in visita ai Templi di Segesta. Una visita e una gita che gli hanno permesso di imparare de visu non solo la storia, l'arte, ma anche i diversi modi di comportarsi con i compagni nuovi e con quelli dell'anno passato. C'è sempre da imparare; si va sempre incontro a nuove emozioni. Grazie alla gita, voluta, fortemente desiderata e, finalmente, conquistata!
In filosofia “desiderio” viene ad essere uno stato di affezione dell'io, consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, di cui si desidera la contemplazione oppure il possesso. La condizione propria al desiderio comporta, sovente, per l'io sensazioni che possono essere dolorose o piacevoli, a seconda della soddisfazione o meno del desiderio stesso. Dolore morale per la mancanza della persona cara o dell'oggetto di cui si ha assolutamente bisogno. Ma anche la gradevole e coinvolgente sensazione di poter presto rivivere un momento o situazione in qualche modo piacevole. I filosofi, sin dalle origini della filosofia, si sono domandati quale spazio dare ai desideri. Le risposte sono molto varie e variegate. Nel Fedone, Platone espone l'idea di una via ascetica; i cirenaici, al contrario, fanno della soddisfazione di tutti i desideri il bene supremo. Tutte queste riflessioni conducono a stabilire numerosi 'distinguo', come per esempio fa Epicuro nella classificazione dei desideri.
Egli mette al centro i concetti di piacere come bene, e del dolore come il male. Per godere del benessere (atarassia), l'epicureo deve applicare le regole del "quadruplo rimedio": 1) - non si devono temere gli dei; 2) - non dobbiamo temere la morte perché quando ci siamo noi, lei non c'è; quando c'è lei, non ci siamo noi; 3) - il dolore viene facilmente soppresso, oppure si muore; 4) - il benessere è facile da ottenere. Così Epicuro classifica i desideri: naturali e vani. Tra i desideri naturali vengono collocati i necessari e quelli semplicemente naturali. Tra i necessari: i desideri per il benessere (atarassia), quelli per la tranquillità del corpo (protezione) e quelli per la vita (nutrimento, riposo). Nella categoria dei desideri semplicemente naturali vengono collocati quelli che riguardano la ricerca del piacere. E nei desideri vani: gli artificiali (la ricchezza) e gli irrealizzabili (desiderio d'immortalità). Secondo alcuni filosofi (Platone, Kant) la giustizia è la forma più alta di bellezza, e dunque il desiderio o sete di giustizia è quello più elevato. Per altri come Marx o Hegel il desiderio più elevato è quello dell'uguaglianza. Per Friedrich Nietzsche il massimo desiderio dell'essere umano è quello di diventare una persona che incarni il concetto del superuomo. Di gran lunga diverso il tipo di desideri per i giovani dei nostri giorni. Il tutto dovuto all'avvento di vari e svariati nuovi stimoli. La televisione, per esempio, fa e riesce a lievitare tanti desideri; con essa la pubblicità, i sogni di vincite ultramilionarie, di bellezza femminile perfetta, di fisici maschili atletici e muscolosi. Sogni quasi sempre spenti dalla realtà. Ad maiora! Francesco Mulè







sabato 3 agosto 2013

Firenze: XV edizione Il Dolce Stile Eterno 2013 - Francesco Mulè

Firenze XV edizione Il Dolce Stile Eterno 2013
di Francesco Mulè



Concorso per poesie in lingua italiana elaborate secondo i principi del movimento letterario "Il Dolce Stile Eterno", che auspica il recupero di metri e forme classiche della nostra poesia.
(Per questo particolare concorso astenersi dall' inviare poesie in versi liberi).
Regolamento
- Ogni concorrente può inviare 1 o più poesie ciascuna delle quali non può superare il limite massimo di 30 versi.
- Per ogni poesia è richiesta una quota di iscrizione fissata in € 5,00 che potrà essere inviata a mezzo vaglia, assegno, o come si preferisce. (Il sistema più sicuro e meno oneroso che noi consigliamo è quello di effettuare il versamento sul c/c postale n. 20797502 intestato a: Accademia Vittorio Alfieri - C.P. 108 - Succursale 36 - 50135 Firenze, e unire alle poesie la ricevuta del versamento).
- Ai concorrenti che non abbiano superato il 18° anno di età alla data del 5 Settembre 2013 non è richiesta quota di iscrizione se agli elaborati uniranno fotocopia della loro carta d' identità o di un altro documento che certifichi i propri dati anagrafici.
- Le poesie, ciascuna in 3 copie e tutte complete di nome e indirizzo dell'autore, dovranno pervenire entro il 5 settembre 2013 a: Concorso Il Dolce Stile Eterno - Cas. Post. 108 - Succ. 36 - 50135 Firenze.
- I premi verranno attribuiti con la collaborazione dei frequentatori dei Laboratori di Poesia di Firenze e di Genova.
- Per garantire la massima obiettività di giudizio, si asterranno dal partecipare a questo concorso sia gli abituali frequentatori del Laboratorio di Poesia, sia i più stretti collaboratori delle iniziative dell'Accademia Alfieri.

Premi in palio
Alle poesie 1a, 2a e 3a classificata grandi coppe o targhe.
Altri attestati di merito saranno previsti per tutti i testi più validi.
Inoltre le poesie classificate ai primi 3 posti saranno pubblicate sul giornale Il Dolce Stile Eterno stampato in autunno 2013 e sul libretto Alfieri della Poesia 2014 stampato nella primavera del 2014. Sia del giornale che del libretto ognuno dei 3 autori primi classificati riceverà poi n. 3 copie.
La Cerimonia di Premiazione è prevista a Firenze nel pomeriggio di domenica 27 Ottobre 2013 alle ore 16 nella sede del Quartiere 2 - Villa Arrivabene, piazza L.B. Alberti 1.
Tutti i concorrenti riceveranno copia de L'ALfiere / Il Dolce Stile Eterno n. 4/2013 che riporterà il risultato del concorso.
Francesco Mulè

Firenze 28^ edizione Trofeo Colle Armonioso - Francesco Mulè

  1. Firenze 28^ edizione Trofeo Colle Armonioso

  2. di Francesco Mulè

    Concorso per poesie in lingua italiana, col patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e della Commissione Cultura del Quartiere 2 del Comune di Firenze.
Regolamento
1 – Il concorso è a tema libero, ma sono previsti anche tre premi speciali da assegnare ad una poesia avente come tema l'Amore, ad una poesia avente come tema Paesi e Città d'Italia e ad una poesia di argomento Giocoso, Ironico, Umoristico.
2 - Le poesie possono essere sia edite che inedite, ma le poesie edite non dovranno essere mai state pubblicate prima del 1/1/2000.
3 - Si possono inviare una o più poesie, ciascuna delle quali dovrà essere non più lunga di 36 versi (spazi compresi), dattiloscritta o stampata su un'unica facciata di foglio della misura standard (cm. 21x30 circa) e presentata in 7 copie, delle quali solo una dovrà riportare nome, indirizzo e telefono dell'autore.
4 – Per ogni poesia è richiesta una quota di iscrizione di 5 euro che potrà essere inviata a mezzo vaglia, assegno, o come si preferisce. (Il sistema più sicuro e meno oneroso che noi consigliamo è quello di effettuare il versamento sul c/c postale n. 20797502 intestato a: Accademia Vittorio Alfieri - C.P. 108 - Succursale 36 - 50135 Firenze, e unire alle poesie la ricevuta del versamento).
5– I giovani concorrenti che non abbiano superato il 18° anno di età alla data del 5 Settembre 2013 potranno partecipare gratuitamente purché alleghino alle poesie la fotocopia di un loro documento di identità.
6 - Il tutto deve pervenire entro il 5 settembre 2013 a:
Trofeo Colle Armonioso - Casella Postale n. 103 - Succursale 36 - 50135 Firenze. La cerimonia di premiazione è prevista per domenica 27 ottobre, con inizio alle ore 16, nel Salone Consiliare di Villa Arrivabene (Piazza L. B. Alberti, 1 – Firenze). Premi in palio: Al 1° classificato: Trofeo Colle Armonioso 2013; dal 2° al 5° classificato: Coppe.
Grandi coppe anche agli assegnatari dei tre premi speciali e alla poesia meglio classificata tra quelle dei concorrenti di età inferiore ai 18 anni. Le poesie classificate ai primi 5 posti e le tre dei “Premi Speciali” verranno inoltre stampate sul libretto Alfieri della Poesia 2014, che l'Accademia Alfieri pubblicherà nei primi mesi del prossimo anno e del quale invierà 3 copie omaggio a ciascun autore. Il Trofeo Colle Armonioso non può essere assegnato a chi lo ha già ottenuto in anni precedenti. I vincitori delle passate edizioni potranno perciò concorrere solo per l'assegnazione dei tre premi speciali. Data la fragilità del Trofeo e delle coppe in palio, i premi dovranno essere ritirati direttamente dai vincitori, o da loro delegati, il giorno della premiazione. I premi non ritirati resteranno a disposizione dell'Accademia Alfieri per essere utilizzati in altre manifestazioni. Francesco Mulè






Venaria Reale (TO): Il Cavalier calabrese Mattia Preti. Tra Caravaggio e Luca Giordano - Francesco Mulè

Venaria Reale (TO)
Il Cavalier calabrese Mattia Preti. Tra Caravaggio e Luca Giordano
di Francesco Mulè

In occasione del quarto Centenario della nascita dell'artista calabrese Mattia Preti, su iniziativa della Regione Calabria e in accordo con il Comitato per le celebrazioni del IV Centenario della nascita di Mattia Preti, presieduto dal noto critico e storico dell'arte Vittorio Sgarbi, La Venaria Reale promuove una grande mostra: Il Cavalier calabrese Mattia Preti.Tra Caravaggio e Luca Giordano.
La mostra, allestita nelle Sale delle Arti, I piano, della Reggia di Venaria (Piazza della Repubblica 4) dal 16 maggio al 15 settembre 2013, propone un'importante selezione di opere del pittore calabrese, uno dei maggiori esponenti dell'arte italiana del Seicento, nominato “Cavaliere di Malta” da papa Urbano VIII. L'evento apre in concomitanza con il Salone Internazionale del Libro di Torino, dove la Regione Calabria è ospite d'onore.
Il percorso espositivo della mostra, ideato da Vittorio Sgarbi e da Keith Sciberras, professore di Storia dell'Arte dell'Università di Malta, si snoda attraverso oltre 40 capolavori provenienti da circa 25 prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane, inglesi e maltesi, presentati insieme ad importanti dipinti di Caravaggio e Luca Giordano, che documentano le fonti, le influenze e gli esiti dell'originale ricerca pittorica di Preti.
La mostra è infatti aperta da una delle opere più note di Caravaggio, il Riposo durante la fuga in Egitto, proveniente dalla Galleria Doria Pamphilij di Roma, datata al 1595-1596. Quest'opera giovanile realizzata dal genio lombardo da poco arrivato a Roma, di straordinaria novità e qualità inventiva, contiene in nuce il “naturalismo” che tanta influenza avrà nella pittura successiva.
In occasione della mostra di Preti, La Venaria Reale è orgogliosa di presentare uno straordinario capolavoro di Caravaggio proveniente da una delle collezioni private più famose al mondo che è stato esposto nella grande antologica dedicata a Caravaggio tenutasi nelle Scuderie del Quirinale nel 2010 per il quattrocentesimo anniversario della morte del Merisi.
La mostra si sviluppa in cinque sezioni principali (i primi tre temi seguono lo sviluppo artistico di Mattia Preti in senso cronologico, mentre gli ultimi due si riferiscono alla sua maturità artistica):
  • Musicisti e giocatori d'azzardo;
  • Racconti ed Emozioni;
  • Volti e protagonisti;
  • La maniera trionfante;
  • Eroine e la Virtù Stoica.
Nell'imponente Scuderia Grande si può ammirare la mostra su La Barca Sublime, il “Bucintoro del Re di Sardegna”, il più incredibile dei manufatti di Casa Savoia, l'ultima imbarcazione veneziana originale del Settecento esistente al mondo.
All'interno della Scuderia, opera di Filippo Juvarra che partecipò alla realizzazione dello stesso Bucintoro, è stato ideato un allestimento multimediale curato da Davide Livermore, regista specializzato in teatro musicale. La “messa in scena” della Peota si basa sulla valorizzazione della sua funzione di imbarcazione da parata per le feste barocche di corte e costituisce un'attrazione permanente della Reggia. Arie musicali settecentesche di antonio Vivaldi, coeve alla Barca Sublime, accompagnano con immagini avvolgenti e oniriche la visione dello spettacolo.
La Barca Sublime concessa in comodato alla Venaria Reale dalla Fondazione Torino Musei – Palazzo Madama – Museo Civico d'Arte Antica è presentata dal Consorzio Culturale La Venaria Reale in collaborazione con la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, dopo il restauro promosso e finanziato dalla Consulta stessa e realizzato dal Centro Conservazione e Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale, con la supervisione della soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte. Il “Bucintoro dei Savoia” è l'unico esemplare veneziano del Settecento superstite di imbarcazione antica ad uso cerimoniale e di parata.
Fino al 25 agosto (spettacolo ogni 40 minuti: è consigliabile la prenotazione per gli orari d'ingresso previsti); riapertura dal 28 settembre, senza vincolo di orario, nell'ambito della mostra “Gran Gala Reale”. I giorni di visita sono i medesimi della Reggia. Biglietto per la Barca Sublime e biglietto “Tutto compreso”.
Orari – Reggia e mostre:
  • Lunedì: chiusura (tranne eventuali giorni festivi -escluso Natale- che hanno gli stessi orari della domenica)
  • Da martedì a venerdì: dalle 9 alle 17 (ultimo ingresso 1 ora prima circa)
  • Sabato e domenica: dalle 9 alle 20 (ultimo ingresso 1 ora prima circa)
La Reggia è aperta (con gli stessi orari della domenica) nei giorni festivi: Capodanno (dalle ore 11), Epifania (6 gennaio), Pasqua e Pasquetta, Festa della Liberazione (25 aprile), Festa del Lavoro (1° Maggio), Festa della Repubblica (2 giugno), Ferragosto (15 agosto), Ognissanti (1° novembre), Festa dell'Immacolata (8 dicembre), e Santo Stefano (26 dicembre). Resta aperta secondo l'orario settimanale anche il giorno di Sant'Eusebio, Patrono di Venaria Reale (14 agosto).
La mostra è compresa nel biglietto: La Venaria Reale “Tutto in una reggia” (“Tutto compreso”).
Questo ingresso offre:
  • Reggia con percorso Teatro di Storia e Magnificenza, eventi espositivi, Musica a Corte
  • tutte le Mostre in corso
  • Giardini (Parco alto e Parco basso) con i Potager Royal, installazioni in arte contemporanea, Fantacassino, Domeniche da Re
  • Teatro d'Acqua della Fontana del Cervo.
20 euro – 39 euro (“Pacchetto Famiglia”, 2 adulti + massimo 3 minori dai 6 ai 18 anni); gratuito per i minori di 6 anni.
Con questo biglietto si ha anche diritto al 10% di sconto ai punti ristoro, bottega e bookshop; e al ridotto per il servizio di Audiopen nella Reggia, il Trenino, Carrozza e Gondole nei Giardini.
Biglietti per la mostra: Il Cavalier calabrese Mattia Preti. Tra Caravaggio e Luca Giordano:
intero: 10 euro; ridotto: gruppi di minimo 12 persone, dai 6 ai 18 anni e maggiori di 65 anni, quanti previsti da conv. Per ridotti) 8 euro; Scuole (classi minimo di 12 studenti, ingresso gratuito per 2 accompagnatori ogni 25 studenti) 4 euro; minori di 6 anni e quanti previsti da conv. per Gratuiti: gratuito.
Informazioni e prenotazioni: tel. +39 011/4992333-4992300; E-mail: comunicazione@lavenariareale.it -www.lavenaria.it, oppure: dott.ssa Cristina Negus +39 011/4992361-4992391- mob. +39 338/6285021.
Francesco Mulè