domenica 23 settembre 2012

Monforte d’Alba (Cn) - Domani inaugurazione della mostra di Pepi Merisio & Mario Dondero - Francesco Mulè

Monforte d’Alba (Cn)
Domani inaugurazione della mostra di Pepi Merisio & Mario Dondero
di Francesco Mulè

Nuovo appuntamento con la fotografia alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba (Cn), Via Marconi 16. È la volta di due tra i più grandi protagonisti del fotogiornalismo italiano: Mario Dondero (Milano, 1928), reporter militante, e Pepi Merisio (Caravaggio – Bg, 1931), fotografo antropologo. Curata da Daniela Trunfio, la mostra, dal titolo Pepi Merisio/Mario Dondero. Diario fotografico inaugura la mostra dei due artisti domani, sabato 22 settembre, alle 18, e prosegue fino a domenica 28 ottobre. L’ingresso è gratuito, con orari: da lunedì a venerdì, 14,30 – 17; sabato e domenica, 14,30 - 18,30. Per informazioni, tel. 0173/789282.
Da anni –spiega la curatrice della mostra Daniela Trunfio- si discute sulla morte vera o presunta del fotogiornalismo, sul rapporto tra immagine e informazione e sul ruolo del fotoreporter nell’era del digitale e dell’evoluzione tecnologica che concede a chiunque la possibilità di produrre immagini con il cellulare, gli smartphone e altri supporti informatici. È per riflettere su queste tematiche che la Fondazione Bottari Lattes ha voluto realizzare una mostra che celebra due grandi personalità del mondo dell’immagine e della fotografia di testimonianza, due figure che, pur nella loro diversità di percorso, rappresentano la forza che uno scatto ha in sé di raccontare una storia al di là della parola. La mostra è costituita da una sessantina di scatti in bianco e nero: un estratto dell’immenso repertorio di due fotografi che hanno percorso strade, visitato mondi, incontrato persone (dai contadini agli intellettuali), utilizzando uno strumento visivo per scrivere soprattutto pagine di storia italiana e non solo della fotografia.”
Nella sala al primo piano della Fondazione i preziosi vintage di Pepi Merisio e al secondo piano una serie dei più noti ritratti di Mario Dondero. Fra le immagini in esposizione il ritratto di Paolo VI (Merisio, 1964). E poi ancora: la contadina della Valle Cogne che, nel periodo della fienagione, trasporta sulle sue spalle e sul suo capo un enorme cesto di stoffa colmo di fieno (Merisio, anni Cinquanta). Il percorso fotografico di Pepi Merisio e di Mario Dondero ha in comune un periodo storico, gli anni Cinquanta e Sessanta.
Mario Dondero invece scopre la fotografia come prezioso e necessario supporto alla sua pratica di giornalista di nera a Milano Sera (anni Cinquanta), per poi iniziare a vendere fotografia al settimanale Le Ore e abbandonare la scrittura per collaborare alle più importanti testate, tra cui Il Manifesto, L’Unità, L’Avanti, Illustrazione Italiana, Newsweek e molte atre.
Le scelte di Pepi Merisio si collocano in un preciso orizzonte: quello della cultura cattolica fatta di fede, tradizione, conservazione delle abitudini antiche, un po’ spiazzate alla fine degli anni Sessanta dall’avanzare del nuovo. In quel nuovo invece si immerge totalmente Mario Dondero, nomade curioso dei cambiamenti, frequentatore del mondo intellettuale, e al quale la militanza partigiana nella Brigata Cesare Battisti della Val d’Ossola, ha insegnato che doveva essere antifascista per sempre, e battersi contro gli oppressori, gli sfruttatori, i criminali.
Il microcosmo di Merisio è la cultura contadina e la tradizione popolare della nostra terra. che costituiscono tutte le indagini che si soffermano su luoghi, mestieri e ambienti che Merisio documenta non solo con l’occhio attento del fotogiornalista, ma anche con quello dell’antropologo che teme la scomparsa di quanto rimane della civiltà contadina.
Il macrocosmo di Dondero va dal Maggio Francese alla Grecia dei Colonnelli, alla guerre di liberazione in Africa, alla Berlino pre e post caduta del Muro e poi ancora Russia, Spagna, Portogallo, Cuba nell’attenta osservazione della fotografia militante.
Pepi Merisio, nato a Caravaggio (Bergamo) nel 1931, comincia a fotografare da autodidatta nel 1947. Progressivamente protagonista del mondo amatoriale degli anni Cinquanta, è oggi considerato uno dei principali fotografi italiani. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti tra i quali: Premio Fermo Reportage Fotografico (Fermo, 1963), Premio Nazionale Fotoreporter Italiani (Milano,1964), Premio Internazionale Fotogiornalismo (Genova, 1965).
Nel 1964 pubblica sulla popolarissima rivista, il suo grande servizio Una giornata col Papa, avviando così un lungo lavoro con Paolo VI. Nel 2011 una sua opera viene esposta nel padiglione Italia alla Biennale di Venezia.
Mario Dondero, figura leggendaria del Fotogiornalismo italiano, nasce a Milano nel 1928 da famiglia di origine genovese. Dopo aver partecipato giovanissimo alla lotta partigiana in Val d'Ossola, pubblica nel 1951, il suo primo articolo su Il Lavoro Nuovo di Genova. Collabora successivamente con l'Unità, Avanti!, Le Ore, Cinema Nuovo, Settimo Giorno, Il Mondo e Milano Sera. Sono anni, questi, di scambio e amicizia con gli artisti e gli intellettuali milanesi.
Si trasferisce a metà anni Cinquanta a Parigi, dove rimarrà, in un clima di scambio con i principali intellettuali della capitale e di intenso lavoro per la stampa francese (Le Monde, Le Figaro, Le Nouvel Observateur) fino a fine anni Novanta (se si esclude una feconda parentesi romana, dove frequenta personaggi come Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia e Dacia Maraini).
Gli anni Settanta sono una stagione di viaggi in tutto il mondo, per realizzare reportage di impegno sociale e politico.
A metà degli anni Ottanta si trasferisce a Fermo. Il rientro definitivo in Italia è segnato dalla collaborazione con quotidiani e riviste (
Il Manifesto, Diario, La Repubblica tra gli altri).
Nel 2008 l’Accademia di Belle Arti di Macerata gli conferisce il Premio Svoboda al talento artistico. Nell’ambito di Spilimbergo Fotografia vince il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia e il Premio Chatwin a Genova. Moltissime sono le mostre personali e collettive che lo hanno visto protagonista.
Info: segreteria@fondazionebottarilattes.it – tel. 0173/789282; galletto@salonelibro.it – 011/5184268 int. 907 – 340.7892412. Francesco Mulè

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