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MARCELLO DELL'UTRI (SENATORE PDL)
Marcello Dell'Utri (Palermo, 11 settembre 1941) è un politico italiano Conseguita la maturità classica a Palermo, compie dal 1961 a Milano gli studi universitari laureandosi in giurisprudenza presso l'Università Statale. Qui conosceSilvio Berlusconi. Nel 1993 fonda Forza Italia insieme a Silvio Berlusconi, lasciando la carica di presidente di Publitalia '80. Nel 1996 è deputato al Parlamento nazionale, dal 1999 è parlamentare europeo e nelle elezioni politiche del 2001 viene eletto (nel collegio 1 di Milano) Senatore della Repubblica. Nel 1995 viene arrestato a Torino con l'accusa di aver inquinato le prove nell'inchiesta sui fondi neri di Publitalia '80. Nell'aprile 1996, mentre è imputato a Torino per false fatture e frode fiscale e indagato a Palermo per Mafia, Dell'Utri diventa deputato di Forza Italia in Parlamento. Nel 1999 viene condannato definitivamente - sentenza passata in giudicato - per frode fiscale e false fatture con una pena di 2 anni e 3 mesi di reclusione. Nello stesso anno viene eletto parlamentare europeo e nel2001 Senatore della Repubblica. Concorso esterno in associazione mafiosa [modifica]Le indagini iniziano nel 1994 con le prime rivelazioni che confluiscono nel fascicolo 6031/94 della Procura di Palermo. Il 9 maggio 1997 il gip di Palermo rinvia a giudizio Dell'Utri, e il processo inizia il 5 novembre dello stesso anno. In data 11 dicembre 2004, il tribunale di Palermo ha condannato Marcello Dell'Utri a nove anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il senatore è stato anche condannato a due anni di libertà vigilata, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni (per un totale di 70.000 euro) alle parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo. Nel testo che motiva la sentenza[11] si legge: « La pluralità dell'attività posta in essere da Dell'Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l'altro offerta l'opportunità, sempre con la mediazione di Dell'Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell'economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici. » Inoltre:[12] « Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale. » Lapsus sulla sua vicenda giudiziaria [modifica]Durante l'intervista rilasciata a Moby Dick l'11 marzo 1999 Marcello dell'Utri ha affermato: « Come disse giustamente Luciano Liggio, se esiste l'antimafia vorrà dire che esiste pure la mafia. Io non sto né con la mafia, né con l'antimafia. Almeno non con questa antimafia che complotta contro di me attraverso pentiti pilotati. » ed in conclusione di programma fece una gaffe: « è chiaro che io, purtroppo, essendo mafioso... cioè, essendo siciliano.. » Su questo fatto il pentito Giusto Di Natale, affermò durante il processo a Dell'Utri (1 marzo 2004): « Diciamo che a quel tempo eravamo in carcere e tutti si aspettavano una bella uscita del dottore Dell'Utri. Dopo l'intervista - che è andata male perché... o almeno così pensavano in carcere che aveva fatto una figuraccia con quei lapsus freudiani e con il dire allora che lui non sapeva se esisteva la mafia- l'indomani, quando si stava cercando di commentare questa situazione, insomma, si era sparsa la voce che a nessuno era permesso di commentare quell'intervista. [...] questa situazione arrivò dai Galattolo, se non sbaglio c'era pure il dottore Guttauro (Giuseppe Guttadauro, boss di Brancaccio). » Successivamente ha dichiarato che « l'antimafia costa troppo per quello che produce[13] » False fatture e frode fiscale [modifica]Ha patteggiato la pena di due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale (nell'ambito della gestione di Publitalia '80) a Torino [14]. Tentata estorsione [modifica]È stato condannato in primo grado a Milano a due anni di reclusione per tentata estorsione ai danni di Vincenzo Garraffa (imprenditore trapanese), con la complicità del boss Vincenzo Virga (trapanese anche lui). L' ex presidente della Pallacanestro Trapani Vincenzo Garraffa aveva ottenuto dalla Birra Messina (Heineken) una sponsorizzazione di 1,5 miliardi di lire, ma - secondo l' accusa - esponenti di Publitalia (la società di Dell'Utri) gli avevano poi chiesto la retrocessione «in nero» di metà dei soldi, «per creare fondi occulti». La sentenza di condanna afferma che, al rifiuto di Garraffa, Dell' Utri lo avrebbe minacciato prima a parole («Le consiglio di ripensarci, abbiamo uomini e mezzi che la possono convincere a cambiare opinione»), poi con la visita del boss Virga in ospedale a parlargli del debito. [15] Il 15 maggio 2007 la terza corte d'appello di Milano conferma la condanna a due anni.[16]. « (...). È significativo che Dell'Utri, anziché astenersi dal trattare con la mafia (come la sua autonomia decisionale dal proprietario ed il suo livello culturale avrebbero potuto consentirgli, sempre nell'indimostrata ipotesi che fosse stato lo stesso Berlusconi a chiederglielo), ha scelto, nella piena consapevolezza di tutte le possibili conseguenze, di mediare tra gli interessi di Cosa nostra e gli interessi imprenditoriali di Berlusconi (un industriale, come si è visto, disposto a pagare pur di stare tranquillo) » Il 10 aprile 2008 il PG della Cassazione ha chiesto l'annullamento, con rinvio, della condanna a 2 anni inflitta al parlamentare Marcello Dell'Utri, ritenendo "inutilizzabili" alcune dichiarazioni accusatorie. La Corte di Cassazione, II sezione penale, accoglie la richiesta, annullando la sentenza di appello con rinvio ad altra sezione[17]. Il 14 aprile 2009 I giudici della quarta Corte d'Appello di Milano hanno derubricato il reato da tentata estorsione a minaccia (la cosiddetta «desistenza volontaria» -articolo 56 comma 3 cp- ) e hanno dichiarato quindi il «non doversi procedere», nei confronti di Dell'Utri e anche del boss mafioso Vincenzo Virga, prosciogliendoli per prescrizione.[18][19] Calunnia pluriaggravata [modifica]Imputato a Palermo per calunnia aggravata ai danni di alcuni pentiti, è stato successivamente assolto dopo che in primo grado era stato condannato a 9 anni. Secondo l'accusa avrebbe organizzato un complotto con dei falsi pentiti per screditare dei veri pentiti che accusavano lui ed altri imputati. Per questa accusa, il gip di Palermo dispose l'arresto (per un'azione, come giudicò poi il tribunale d'appello in via definitiva, mai avvenuta) di Dell'Utri nel 1999, ma il Parlamento lo bloccò[20]. Il giudici della quinta sezione di Palermo hanno assolto Marcello Dell'Utri, «per non avere commesso il fatto» in base all'art. 530, secondo comma del codice di procedura penale, dall'accusa di calunnia aggravata, era stato accusato di aver organizzato una combine con alcuni pentiti, per screditare tre collaboratori di giustizia che lo accusavano nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura aveva chiesto una condanna di 7 anni.
fonte: wikipedia.it
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