giovedì 5 gennaio 2012

CATTOLICA ERACLEA - LA CHIESA MADRE - fr

Articolo tratto dal sito http://lorenzogurreri.blogspot.com/2011/11/cattolica-eraclea-la-chiesa-madre.html



CATTOLICA ERACLEA - LA CHIESA MADRE

- La chiesa Madre, intitolata allo Spirito Santo e al SS. Redentore, fu costruita nel periodo che va dal 1745 al 1787. La costruzione fu iniziata da don Ignazio Cucchiara e, dopo la sua morte, avvenuta nel paese natio Prizzi il 1° settembre del 1773, fu proseguita dal cattolicese don Pietro Magrì, il quale la completò, l’arricchì sontuosamente con decorazioni varie e tele artistiche e l’inaugurò solennemente il primo gennaio del 1788, intitolandola allo Spirito Santo.
Nell'anno 1760 il parroco don Ignazio Cucchiara ebbe l'idea di ingrandire la preesistente chiesetta[1] per fondare una nuova Matrice, essendo la chiesa della Madonna del Rosario insufficiente a contenere i numerosi fedeli, che in occasione delle festività vi si recavano. Promosse una raccolta popolare e acquistò le case private confinanti con la vecchia chiesa. Il progetto di demolizione della vecchia e di costruzione della nuova chiesa diede luogo a una protesta scritta e inviata al Principe di Cattolica, fatta dalla famiglia Manganante, che abitava vicino alla chiesa e temeva che l’immensa mole del futuro duomo avrebbe sepolto nella “perpetua ombra” la loro abitazione. In seguito la protesta fu ritirata per l’intercessione di due sacerdoti della famiglia Manganante.[2]
La chiesa Madre, costruita a croce latina, presenta elementi caratteristici dell’arte barocca siciliana. L’interno ha una superficie di 150 mq in un’unica navata con due bracci a crociera. Ultimamente era stata sottoposta a considerevoli restauri ed era imminente la sua apertura al pubblico. Disgraziatamente, nel dicembre del 2003, a causa di grandi piogge (com’era già avvenuto nel passato per il campanile), è crollata la cupola centrale, causando la distruzione di alcune opere d’arte.[3] In essa, prima del crollo, era possibile ammirare: la tela raffigurante Maria Santissima del lume di autore ignoto, donata dal sacerdote Giuseppe Caraccioli, un quadro di Maria Addolorata del Conca di Napoli e alcune tele di Raffaello Politi, tra cui San Biagio martire, Il cuore di Gesù, Santa Lucia, Maria Maddalena, La caduta da cavallo di San Paolo e l’adorazione dei Re Magi. Altra opera pregevole la porta dell’entrata principale, che si deve al maestro Luca Bartolomeo di Sciacca.
Nel 2009 sono iniziati i lavori di messa in sicurezza e ricostruzione della cupola e si spera che presto possa ritornare agli antichi splendori. Tuttavia, bisogna far rilevare che in questi ultimi mesi del 2010 i lavori vanno molto a rilento e subiscono delle lunghe pause. Occorre che tutta la cittadinanza contribuisca a smuovere le acque stagnanti della burocrazia e dia il proprio aiuto morale ed economico, com’è già avvenuto nel passato, al dinamico arciprete don Nino Giarraputo, per ridare al più presto al paese il suo cuore pulsante: la Chiesa Madre.



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