martedì 24 aprile 2018

Ventimiglia. Poesie di Liliana Veri - Francesco Mulè

Ventimiglia. Poesie di Liliana Veri

Ventimiglia. Nata a Pescara nel 1951 , collaborò dal 1972 al 1976, insieme al fratello Bruno alla rivista torinese "La Tenda", diretta da Pietro Tartamella, sulla quale scrisse poesie, articoli e recensioni librarie-
Figlia di un agente di P.S. segui gli spostamenti del padre in diverse località italiane. A Torino, dove trascorse alcuni anni, e infine a Ventimiglia (Imperia).
Liliana ha lavorato fino al 2008 alle Poste Telegrafi e ha svolto opera di volontariato presso la Charitas Diocesana intemelia.  Ama leggere libri di saggistica e di poesie e approfondire la conoscenza biblica frequentando gruppi di studio in materia.
Da qualche anno è stata confermata nella Chiesa Evangelica Valdese di Bordighera.
Scrive anche sulla "rivista" "Emozioni" di Imperia e ha frequentato gruppi di poesia diretti da Francesco  Mulè, insieme ad altri autori tra cui Sara Rodolao, Maria Salamone, Eduardo Raneri, Tiziana Gazzano, Teresa Bannino, Renza Costamagna, Gianni Donaudi e altri.

Marina

Che cosa ci fa stare/ qui seduti/ nel tiepido silenzio / della sera?
Schiudono / pigre finestre/ alla piazza assopita, / vuota di passi/ e di voci .
È buio il mare/ e dolce s'allontana/ bianco ancheggiar/ di remi.

Galleggia il mio pensiero/ e si dissolve:
l'incanto dell' estate/ ci accomuna.

Domani sarà il sole/ a ricordarci/ la smania della vita/ che ci assale;

ma è bello questa sera/ abbandonarsi, / lasciarsi consolare/ dalla luna.


Fremito d'orgoglio

Una parola dura/ sorprende il mio cuore/ e mi fa vuoto intorno.


E' spenta l' allegria/ e mi corrode/ quel fiato d' amarezza/ non taciuta.

Voglio adesso sfuggirti...


Non mi tenta il tuo sguardo/ Amo soltanto il buio/ del mio orgoglio ferito.

2/5/'84 


Maternità

Fuori/ la vita di sempre, / ma dentro/ un battito, / dapprima sconosciuto, / più atteso testimone del mistero.

Così, / Protesa verso l' ignoto, / la metamorfosi, / la poesia/ dal dolore sublimato.

Voglio aprirmi alla vita/ dolcemente/ e ascoltarne il palpito, / in silenzio.

2/ 3/ '86

(Francesco Mulè)









































































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