domenica 16 settembre 2018

Un'equipe dell'Università di Bristol ha esaminato il rapporto tra vista e scolarizzazione - Francesco Mulè


Un'equipe dell'Università di Bristol ha esaminato il rapporto tra vista e scolarizzazione

Pare confermato ciò che tutti sospettavano da sempre: stare sui libri fa male agli occhi. Una massiccia ricerca britannica dimostra una forte associazione tra la scolarizzazione e la miopia.
Secondo lo studio, apparso quest’estate sul British Medical Journal, un’equipe dell’Università di Bristol ha esaminato il rapporto tra vista e scolarizzazione su un campione di circa 68mila residenti del Regno Unito, trovando che: “Al laureato universitario inglese con 17 anni di scolarizzazione manca mediamente una diottria rispetto a chi ha invece abbandonato gli studi a 16 anni… un livello di miopia che impone l’obbligo di portare gli occhiali per guidare”.
I ricercatori hanno potuto escludere invece una causa genetica per il fenomeno, la spiegazione tradizionalmente preferita da educatori e insegnanti. Anche se vale sempre la regola che associazione non è (necessariamente) causazione, quando la relazione è forte - come nel presente caso - è difficile evitare il suggerimento che siano proprio gli studi la fonte del problema. La mente popolare aveva già lungamente percepito il rapporto tra lo studio sui libri e la vista corta. Il secchione dell’immaginario collettivo porta sempre gli occhiali.
“Il risultato -sostiene l'equipe di ricercatori del regno unito- spiegherebbe inoltre la drammatica “epidemia” di miopia apparsa in epoca moderna, insieme con la generalizzata impennata della scolarizzazione. Sessant’anni fa, dal 10 al 20% della popolazione cinese era miope. Oggi fino al 90% dei teenager e giovani adulti del paese lo sono. La condizione ora si riscontra in circa il 50% dei giovani adulti americani ed europei, il doppio di cinquant’anni fa. Secondo una relazione del World Economic Forum/EYElliance, se il trend dovesse proseguire, entro il 2050 circa la metà della popolazione mondiale sarà miope: 4,8 miliardi di persone”.
“Il fenomeno ha un chiaro impatto su molti aspetti del design, come l’impaginazione dei prodotti per l’editoria e le scelte grafiche dei siti Internet. Vale la pena ricordare che un altro elemento regolarmente associato alla scolarizzazione è la maggiore disponibilità di reddito discrezionale. Il salto logico è ovvio: tendenzialmente, i consumatori con più da spendere saranno quelli che ci vedono meno”. Concludono i ricercatori dell'Università di Bristol.                                                                  (Francesco Mulè)



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